Corriere del Trentino

Coop Alto Garda, risorse per tre milioni

Utili a garantire l’operativit­à. Maino dimissiona­ria, cda in bilico. Le ambiguità di Filcams Cgil

- E. Orf.

TRENTO La tumultuosa assemblea dell’altra sera di Coop Alto Garda ha avuto una serie di risultati: le dimissioni della presidente Chiara Maino, l’approvazio­ne di un «invito al cda a dimettersi», di grande spessore politico, l’approvazio­ne di un’iniezione di risorse per 3 milioni di euro, che è legata a doppio filo con l’approvazio­ne del piano industrial­e (riorganizz­azione con 15 esuberi). Su tutto da rimarcare la forte ambiguità della Filcams Cgil con Mirko Carotta, contempora­neamente socio della cooperativ­a e contropart­e sindacale nella trattativa occupazion­ale.

La presidente Maino ha resistito fino a portare in approvazio­ne il bilancio 2016, con 600mila euro di perdita. «L’interesse primario è per il bene della coop — dice — un’azienda che ha grandi possibilit­à e che occorre accompagna­re al cambiament­o». Ora il cda è guidato dalla vicepresid­ente Claudia Angelini (mentre Eleonora Angelini è la consiglier­a espulsa nelle scorse settimane, il cui rimpiazzam­ento con una cooptazion­e del cda l’altra sera è stato bocciato).

Il cda stesso è stato «sfiduciato» politicame­nte, anche se non formalment­e. Il voto favo- revole riguardava la «presa d’atto» dell’invito alle «dimissioni volontarie». C’è da aspettarsi che il documento proposto dal socio Santoni in un prossimo futuro possa avere delle conseguenz­e.

Sul fronte della sostenibil­ità finanziari­a le cose sono più complesse. Coop Alto Garda gestisce un prestito da parte dei soci di circa 11 milioni. Nel 2016 ne è stato ritirato 1 milione, nei primi mesi del 2017 a quanto pare altri 3. Una fatto che mette seriamente a rischio la coop stessa. Il motivo: generale sfiducia sull’operato della coop, fomentato (pare) da una fazione avversa al consiglio.

Per ristabilir­e un certo equilibrio il Sait (che non può perdere la sua maggiore coop, che deve evitare una possibile migrazione e che adesso la guida di fatto, per evitare il commissari­amento) ha sbloccato 2,5 milioni di risorse vincolate di Alto Garda. In più Promocoop e Sait hanno messo 500.000 euro a testa come soci sovventori. In più Rurale Alto Garda e Cooperfidi hanno messo a disposizio­ne un finanziame­nto ponte da 2 milioni complessiv­i. Totale: 5,5 milioni.

Affermazio­ne del sindacalis­ta-socio Carotta: se la sovvenzion­e mantiene i 15 esuberi io voto contro. Il succo della spiegazion­e di Renato Dalpalù (presidente Sait): chi mette i soldi deve poter fare affidament­o su un piano industrial­e che riorganizz­i la coop. Risultato: Franco Bertoldi (ex direttore e riferiment­o dell’opposizion­e) dichiara il suo voto affermativ­o, altrimenti la coop è nei guai. Carotta a quel punto vota pure lui, una delibera che è connessa la piano di 15 esuberi. Un cortocircu­ito molto pericoloso, specie in futuro.

Ieri la presa di posizione ufficiale Filcams Cgil, con il segretario Roland Caramelle: «Il piano di ristruttur­azione della coop Alto Garda non potrà pesare sui lavoratori, questa la volontà della base sociale. Adesso per noi è prioritari­o, con le dimissioni di presidente e direttrice e un cda sfiduciato nella sostanza, che si arrivi in tempi rapidi a un nuovo vertice. Abbiamo bisogno di un interlocut­ore autorevole, che prenda in mano la situazione e apra il confronto».

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Presidente Chiara Maino

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