Schweizer e Piazzetta Architetti tra città e vette
Sarà illustrato venerdì il volume sui due professionisti
«Dev’esser stata una questione di Dna, un meccanismo biologico» racconta Willy Schweizer a proposito della sua esigenza di progettare, di costruire architettura. «Qui in Primiero, il potere è sempre stato in mano ai contadini, che avevano la possibilità di sfamarsi grazie al lavoro nei campi — prosegue — La mia famiglia non ha mai avuto proprietà da poter coltivare e quindi abbiamo dovuto ingegnarci».
Da una famiglia veneziana, invece, proviene Maria Grazia Piazzetta, che nella città lagunare frequenta il liceo classico Foscarini e al termine sceglie architettura «per l’ampiezza culturale e le sfaccettature dei suoi contenuti e perché attratta da una professione allora intellettualmente elitaria. Da quel momento – spiega - l’architettura, divenuta una irrinunciabile passione, percorre tutta la mia esistenza, coniugandosi agli altrettanto appassionanti ruoli famigliari di donna».
Schweizer e Piazzetta, che con la tesi di laurea svolgono il primo lavoro importante insieme, si laureano il 31 luglio 1963 e il 10 agosto si sposano a Venezia, trasferendosi quindi a Mezzano.
L’intervista del nostro incipit, che prosegue toccando gli aspetti più importanti della vita e della carriera dei due architetti, è contenuta in Willy Schweizer, Maria Grazia Piazzetta. Architettura e spazio alpino (edito da GreenTrenDesign per LISt Lab, 2017), la monografia che sarà presentata venerdì alle 17 a Trento, Palazzo Firmian (Via Galilei) durante l’incontro sul tema Da Adalberto Libera allo studio Schweizer/Piazzetta: la centralità del paesaggio alpino nel progetto contemporaneo. Curato da Alessandro Franceschini — con un inedito reportage fotografico sulle opere dei due architetti del fotografo Luca Chistè e due saggi critici di Luciano Bolzoni e Danilo Balzan — il volume per la prima volta sistematizza il ponderoso lavoro dei due professionisti. Ne fa da filo conduttore la tesi che per comprendere alcune delle caratteristiche del lavoro di Schweizer e Piazzetta non sia sufficiente indagare le peculiarità della loro formazione accademica, ma sia necessario capire in profondità le caratteristiche dello spazio antropico entro il quale vivono e operano da oltre cinquant’anni. Si tratta, nello specifico, dell’architettura rurale delle valli del Primiero, nel Trentino orientale. Come osserva Franceschini, la peculiarità di Schweizer/Piazzetta si ricollega a un’apparente dicotomia, ovvero alla «loro capacità di vivere in provincia senza essere provinciali; di operare tra le montagne senza essere montanari, di guardare al mondo rurale senza perdere la dimensione urbana, civile, culturale dell’architettura».
All’iniziativa, che rientra tra quelle della Cattedra d’eccellenza Adalberto Libera ed è organizzata in collaborazione con diversi enti del territorio, al termine dei saluti istituzionali interverranno: Luca Chistè, Danilo Balzan, Alessandro Franceschini, Emanuela Schir; introduzione e coordinamento di Pino Scaglione. Saranno presenti Willy Schweizer e Maria Grazia Piazzetta.