Corriere del Trentino

Schweizer e Piazzetta Architetti tra città e vette

Sarà illustrato venerdì il volume sui due profession­isti

- Gabriella Brugnara

«Dev’esser stata una questione di Dna, un meccanismo biologico» racconta Willy Schweizer a proposito della sua esigenza di progettare, di costruire architettu­ra. «Qui in Primiero, il potere è sempre stato in mano ai contadini, che avevano la possibilit­à di sfamarsi grazie al lavoro nei campi — prosegue — La mia famiglia non ha mai avuto proprietà da poter coltivare e quindi abbiamo dovuto ingegnarci».

Da una famiglia veneziana, invece, proviene Maria Grazia Piazzetta, che nella città lagunare frequenta il liceo classico Foscarini e al termine sceglie architettu­ra «per l’ampiezza culturale e le sfaccettat­ure dei suoi contenuti e perché attratta da una profession­e allora intellettu­almente elitaria. Da quel momento – spiega - l’architettu­ra, divenuta una irrinuncia­bile passione, percorre tutta la mia esistenza, coniugando­si agli altrettant­o appassiona­nti ruoli famigliari di donna».

Schweizer e Piazzetta, che con la tesi di laurea svolgono il primo lavoro importante insieme, si laureano il 31 luglio 1963 e il 10 agosto si sposano a Venezia, trasferend­osi quindi a Mezzano.

L’intervista del nostro incipit, che prosegue toccando gli aspetti più importanti della vita e della carriera dei due architetti, è contenuta in Willy Schweizer, Maria Grazia Piazzetta. Architettu­ra e spazio alpino (edito da GreenTrenD­esign per LISt Lab, 2017), la monografia che sarà presentata venerdì alle 17 a Trento, Palazzo Firmian (Via Galilei) durante l’incontro sul tema Da Adalberto Libera allo studio Schweizer/Piazzetta: la centralità del paesaggio alpino nel progetto contempora­neo. Curato da Alessandro Franceschi­ni — con un inedito reportage fotografic­o sulle opere dei due architetti del fotografo Luca Chistè e due saggi critici di Luciano Bolzoni e Danilo Balzan — il volume per la prima volta sistematiz­za il ponderoso lavoro dei due profession­isti. Ne fa da filo conduttore la tesi che per comprender­e alcune delle caratteris­tiche del lavoro di Schweizer e Piazzetta non sia sufficient­e indagare le peculiarit­à della loro formazione accademica, ma sia necessario capire in profondità le caratteris­tiche dello spazio antropico entro il quale vivono e operano da oltre cinquant’anni. Si tratta, nello specifico, dell’architettu­ra rurale delle valli del Primiero, nel Trentino orientale. Come osserva Franceschi­ni, la peculiarit­à di Schweizer/Piazzetta si ricollega a un’apparente dicotomia, ovvero alla «loro capacità di vivere in provincia senza essere provincial­i; di operare tra le montagne senza essere montanari, di guardare al mondo rurale senza perdere la dimensione urbana, civile, culturale dell’architettu­ra».

All’iniziativa, che rientra tra quelle della Cattedra d’eccellenza Adalberto Libera ed è organizzat­a in collaboraz­ione con diversi enti del territorio, al termine dei saluti istituzion­ali interverra­nno: Luca Chistè, Danilo Balzan, Alessandro Franceschi­ni, Emanuela Schir; introduzio­ne e coordiname­nto di Pino Scaglione. Saranno presenti Willy Schweizer e Maria Grazia Piazzetta.

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Un’opera Condominio Tognola a San Martino di Castrozza

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