Fezzi a Ccb: «Continuiamo a collaborare»
Il nuovo gruppo vede l’ottavo posto nazionale: tutto da costruire il rapporto con Federcoop
TRENTO La nascita del nuovo gruppo bancario e i futuri rapporti di Cassa Centrale con la Federazione trentina della Cooperazione sono stati al centro del convegno annuale delle casse Rurali. «La Federazione dovrà arretrare su alcune aree e attività di servizio» ha riconosciuto il presidente Mauro Fezzi, che spera però di mantenere un legame saldo, ad oggi tutto da confermare.
«Sotto il profilo patrimoniale — ha assicurato Ruggero Carli, responsabile settore credito della Federazione — il bilancio 2016 racconta di un sistema solido, con un Total capital ratio tra i più alti d’Italia, pari al 16,48%». L’indicatore misura il rapporto tra il patrimonio di vigilanza della banca e i crediti che l’istituto ha concesso ai clienti, ponderati per il loro rischio, ed è quindi uno dei principali indici di solidità. «Altro elemento di rassicurazione — ha aggiunto — è il tasso di copertura del credito deteriorato, pari al 45%, dato in linea con la media nazionale delle Bcc, grazie al cospicuo stanziamento effettuato anche nel 2016». Nel 2016 le Rurali hanno espresso una raccolta stabile a quota 17,2 miliardi, con una ricomposizione interna tra la componente diretta, che cala, e la indiretta, che cresce. Tengono i prestiti alle famiglie, diminuiscono quelli alle imprese, mantenendosi in totale sugli 11 miliardi. Nel frattempo, le banche cooperative provinciali sono passate da 41 a 36, per arrivare a 32 a fine 2017 e a 25 in prospettiva nel 2018. Una cinquantina gli sportelli chiusi dal 2010 al 2016. Le persone impiegate, sono 2.212, 63 in meno del 2015.
Il tema oggi è però la nascita del gruppo. Il presidente di Cassa Centrale Banca Giorgio Fracalossi e il direttore Mario Sartori hanno ricordato i numeri: 110 banche aderenti renderebbero Cassa l’ottava banca d’Italia con circa 77 miliardi di attivo, e «la più solida, con un indice Cet1ratio oltre il 17%». Avrà 1.600 sportelli e quasi 11mila dipendenti. L’aumento di capitale ha superato i 650 milioni, di cui 140 dalle Casse Rurali trentine.
La «figlia» è cresciuta tanto che i futuri rapporti con la Federazione sono tutt’altro che certi. «Ci candidiamo a occupare nuove aree di servizio» ha forse ottimisticamente previsto Fezzi. «Possiamo evitare di disperdere una storia fatta di relazione e fiducia con il credito cooperativo» ha aggiunto.