Handicap e contrassegni diversificati Zeni: giusta richiesta, i Comuni agiscano
TRENTO «Una proposta corretta e condivisibile». Luca Zeni, assessore provinciale alla salute, accoglie il suggerimento che in tema di disabilità arriva da Marco Groff, presidente di Anglat (Corriere del Trentino di ieri). Un microchip che unifichi — per la sosta delle auto dei diversamente abili — i contrassegni oggi diversificati a seconda dei Comuni: questa l’idea della sezione trentina dell’associazione sulla quale Piazza Dante si esprime positivamente. «Nel rispetto delle competenze degli enti locali, stimoleremo le amministrazioni tramite il Consiglio delle autonomie» annuncia l’assessore.
Parcheggiare in una città diversa dalla propria è per un disabile una vera odissea. Groff lo ha raccontato al Corriere del Trentino: «A oggi non esiste una regolamentazione nazionale unitaria in materia di contrassegni da apporre sulle automobili» ha spiegato il presidente della sezione provinciale dell’Associazione nazionale guida legislazioni andicappati trasporti. «Pertanto — ha aggiunto — ogni Comune è libero di rilasciarli nel formato che preferisce». Il problema è che le variazioni fanno sì che i vigili urbani delle città diverse da quella in cui è stato rilasciato il contrassegno non siano in grado di valutarne l’effettiva autenticità. «Per colpa dei furbetti che hanno abusato del contrassegno per anni — è la constatazione di Groff — noi disabili veri non possiamo entrare nelle zone a traffico limitato diverse da quelle del nostro luogo di residenza senza aver avvisato i vigili la sera prima». Ecco perché l’associazione chiede alla Provincia di farsi carico dell’unificazione del certificato: attraverso un microchip che consenta alle polizie locali la lettura e controllo immediati attingendo da una banca dati unica.
Zeni accoglie il contenuto del suggerimento. «La competenza, va tenuto presente, è degli enti locali. Detto questo, la proposta del microchip e dell’unificazione del contrassegno è corretta e condivisibile e va nella direzione di facilitare la vita a chi è diversamente abile». Passare ai fatti è un po’ più complicato. Piazza Dante opta infatti per una moral suasion nei confronti delle amministrazioni comunali. La sede è il Consiglio delle autonomie locali. «Stimoleremo un accordo tra i municipi attraverso il Consiglio». L’assessore non ne fa un problema di risorse. Secondo Groff, il costo per microchip è di 50 centesimi di euro, che andrebbero imputati allo Stato «ma che pur di vivere tranquilli — ha detto — pagheremmo di tasca nostra». «I Comuni hanno gli apparati per gestire lo strumento. Non è un problema di soldi ma di volontà e organizzazione», conclude Zeni.