Orsi, Bressa striglia il governo
«La Provincia deve avere piena autonomia». Terlago, firmata l’ordinanza di cattura
Il presidente Ugo Rossi ha firmato un’ordinanza che prevede «un intervento di monitoraggio, identificazione e rimozione di un orso pericoloso per l’incolumità e la sicurezza pubblica». Ora si attendono i risultati del Dna dei peli dell’animale, ma l’assessore Dallapiccola non esclude possa essere Kj2, già responsabile di un’aggressione nel 2015.
TRENTO «Il presidente Rossi ha ragione: la logica dell’autonomia speciale, oltre che la logica ordinaria, dicono che la Provincia deve poter decidere da sola come gestire al meglio la presenza dell’orso in Trentino». Il sottosegretario agli Affari regionali, Gianclaudio Bressa, proverà a riporre la questione all’interno del governo, «ma — spiega — il problema è il ministero dell’Ambiente».
Bressa, che dopo le dimissioni del ministro Enrico Costa svolge di fatto le funzioni apicali del dicastero, assicura che riproverà «a sottoporre la questione al ministero competente». Il parlamentare eletto in Alto Adige, però, non nasconde una certa irritazione. «La questione paradossale è che si ragioni in termini di competenze, che il ministero vuole statali, invece che in termini di buon senso. Nessuno può sospettare che la Provincia, artefice del progetto life ursus, possa volere mettere a repentaglio il progetto stesso. Sottoscrivo quindi le richieste di Rossi. Ci riproveremo».
La norma d’attuazione sarà argomento di dibattito della Commissione dei 12 che si riunirà oggi. Se approvato, il decreto consentirebbe alla Provincia di gestire in via ordinaria tutto ciò che concerne la presenza dell’orso. Ieri, illustrando gli interventi adottati in seguito alla presunta aggressione subita sabato da Angelo Metlicovec nei pressi dei laghi di Lamar, l’assessore Michele Dallapiccola ha spiegato che «l’unico meccanismo amministrativo per rimuovere un certo numero di soggetti è quello della pubblica incolumità » , quindi una misura «straordinaria ex post», ossia dopo che un orso ha dimostrato di essere pericoloso per l’uomo. Per tale ragione, nella mattinata di ieri il presidente Ugo Rossi ha firmato un’ordinanza che prevede un «intervento di monitoraggio, identificazione e rimozione di un orso pericoloso per l’incolumità e la sicurezza pubblica», provvedimento che la Lega abolizione caccia (Lac) ha annunciato di voler impugnare.
Dallapiccola ha spiegato che le dichiarazioni dell’uomo, le ferite che ha riportato e i rilievi effettuati dal servizio forestale sul luogo «sono compatibili con un attacco animale». I peli raccolti sono stati sottoposti all’esame del Dna, per i cui risultati è però necessario attendere 96 ore. L’assessore non ha escluso si possa trattare dell’orsa Kj2, di cui è già stata accertata la responsabilità di «un’aggressione fotocopia» nel giugno 2015 e per la quale è ancora attiva un’ordinanza di rimozione. Kj2, però, è un’orsa «schiva e diffidente» e per questo la cattura definitiva, successiva al l’applicazione del radiocollare, non sarebbe ancora avvenuta. Tutti gli elementi, ha spiegato Dallapiccola, fanno pensare che la presunta aggressione possa essere stata compiuta da una femmina e proprio quella zona, ha evidenziato l’assessore, «è crocevia di sei femmine, quattro delle quali con cuccioli».
Dalle minoranze sono arrivate aspre critiche alla gestione del progetto Life Ursus. Giacomo Bezzi si è detto «preoccupato» per la «mancanza di prospettiva», mentre Maurizio Fugatti ha attaccato direttamente la giunta: «Se l’esemplare è lo stesso di un anno e mezzo fa, voi sarete responsabili per non aver garantito la sicurezza dei cittadini».