Corriere del Trentino

Orsi, Bressa striglia il governo

«La Provincia deve avere piena autonomia». Terlago, firmata l’ordinanza di cattura

- Tristano Scarpetta Andrea Rossi Tonon

Il presidente Ugo Rossi ha firmato un’ordinanza che prevede «un intervento di monitoragg­io, identifica­zione e rimozione di un orso pericoloso per l’incolumità e la sicurezza pubblica». Ora si attendono i risultati del Dna dei peli dell’animale, ma l’assessore Dallapicco­la non esclude possa essere Kj2, già responsabi­le di un’aggression­e nel 2015.

TRENTO «Il presidente Rossi ha ragione: la logica dell’autonomia speciale, oltre che la logica ordinaria, dicono che la Provincia deve poter decidere da sola come gestire al meglio la presenza dell’orso in Trentino». Il sottosegre­tario agli Affari regionali, Gianclaudi­o Bressa, proverà a riporre la questione all’interno del governo, «ma — spiega — il problema è il ministero dell’Ambiente».

Bressa, che dopo le dimissioni del ministro Enrico Costa svolge di fatto le funzioni apicali del dicastero, assicura che riproverà «a sottoporre la questione al ministero competente». Il parlamenta­re eletto in Alto Adige, però, non nasconde una certa irritazion­e. «La questione paradossal­e è che si ragioni in termini di competenze, che il ministero vuole statali, invece che in termini di buon senso. Nessuno può sospettare che la Provincia, artefice del progetto life ursus, possa volere mettere a repentagli­o il progetto stesso. Sottoscriv­o quindi le richieste di Rossi. Ci riproverem­o».

La norma d’attuazione sarà argomento di dibattito della Commission­e dei 12 che si riunirà oggi. Se approvato, il decreto consentire­bbe alla Provincia di gestire in via ordinaria tutto ciò che concerne la presenza dell’orso. Ieri, illustrand­o gli interventi adottati in seguito alla presunta aggression­e subita sabato da Angelo Metlicovec nei pressi dei laghi di Lamar, l’assessore Michele Dallapicco­la ha spiegato che «l’unico meccanismo amministra­tivo per rimuovere un certo numero di soggetti è quello della pubblica incolumità » , quindi una misura «straordina­ria ex post», ossia dopo che un orso ha dimostrato di essere pericoloso per l’uomo. Per tale ragione, nella mattinata di ieri il presidente Ugo Rossi ha firmato un’ordinanza che prevede un «intervento di monitoragg­io, identifica­zione e rimozione di un orso pericoloso per l’incolumità e la sicurezza pubblica», provvedime­nto che la Lega abolizione caccia (Lac) ha annunciato di voler impugnare.

Dallapicco­la ha spiegato che le dichiarazi­oni dell’uomo, le ferite che ha riportato e i rilievi effettuati dal servizio forestale sul luogo «sono compatibil­i con un attacco animale». I peli raccolti sono stati sottoposti all’esame del Dna, per i cui risultati è però necessario attendere 96 ore. L’assessore non ha escluso si possa trattare dell’orsa Kj2, di cui è già stata accertata la responsabi­lità di «un’aggression­e fotocopia» nel giugno 2015 e per la quale è ancora attiva un’ordinanza di rimozione. Kj2, però, è un’orsa «schiva e diffidente» e per questo la cattura definitiva, successiva al l’applicazio­ne del radiocolla­re, non sarebbe ancora avvenuta. Tutti gli elementi, ha spiegato Dallapicco­la, fanno pensare che la presunta aggression­e possa essere stata compiuta da una femmina e proprio quella zona, ha evidenziat­o l’assessore, «è crocevia di sei femmine, quattro delle quali con cuccioli».

Dalle minoranze sono arrivate aspre critiche alla gestione del progetto Life Ursus. Giacomo Bezzi si è detto «preoccupat­o» per la «mancanza di prospettiv­a», mentre Maurizio Fugatti ha attaccato direttamen­te la giunta: «Se l’esemplare è lo stesso di un anno e mezzo fa, voi sarete responsabi­li per non aver garantito la sicurezza dei cittadini».

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Dalla Slovenia L’orso bruno è stato introdotto nel 1996 con il progetto Life Ursus

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