Sanità, si cambia Cure più umane e servizi integrati
Zeni: un anno di sperimentazione. Introdotto il «coordinatore» fra ospedale e territorio
Servizi sanitari più integrati, percorsi di cura più “umanizzati”, un risparmio di 1,2 milioni di euro da reinvestire in servizi, un anno di tempo per passare da un’organizzazione articolata in sette strutture ospedaliere a una basata su sette aree trasversali: medica, medica specialistica, chirurgica, chirurgica specialistica, materno infantile, emergenza e servizi. Arriva così a compimento il processo di riorganizzazione del servizio ospedaliero provinciale.
TRENTO Servizi sanitari più integrati, percorsi di cura più «umanizzati», un risparmio di 1,2 milioni di euro da reinvestire in servizi, un anno di tempo per passare da un’organizzazione articolata in sette strutture ospedaliere a una basata su sette aree trasversali: medica, medica specialistica, chirurgica, chirurgica specialistica, materno infantile, emergenza e servizi. Arriva dunque a compimento il processo di riorganizzazione del servizio ospedaliero provinciale che mira a una più snella ed efficiente integrazione fra ospedale e territorio.
Dopo che la giunta ha approvato il regolamento, su indicazione dell’assessore alla salute e politiche sociali Luca Zeni, ieri la presentazione del nuovo modello nella sede dell’azienda sanitaria. « Ora si aprirà un periodo di sperimentazione, che si concluderà il 30 giugno 2018 — ha detto Zeni — La riorganizzazione aziendale ha come obiettivo il miglioramento dell’integrazione tra ospedale e territorio, un rafforzamento del governo unitario del servizio ospedaliero provinciale, una maggiore omogeneità dei servizi offerti, nonché la razionalizzazione dei costi. Per soddisfare i bisogni emergenti e multidimensionali della popolazione è necessario superare l’attuale modello di distretto sanitario produttore di servizi per il proprio ambito territoriale e andare verso un modello organizzativo per processi». Il tutto per arrivare «a una presa in carico globale delle persone, al fine di umanizzare i percorsi di cura, integrando ospedale e territorio con servizi di base più vicini al cittadino».
Un modello innovativo che l’università Bocconi ha segnalato tra i più interessanti da valutare come scelta organizzativa sanitaria. «La nostra azienda — ha specificato il direttore generale dell’Apss, Paolo Bordon — è pronta ad attivare anche gli ultimi passaggi della riorganizzazione interna, portando a regime quei meccanismi gestionali che auspicabilmente potranno favorire e migliorare i collegamenti tra strutture ospedaliere e territoriali». Un percorso iniziato con la legge 16 del 2010, che aveva visto il suo culmine nelle direttive approvate lo scorso fine anno nella finanziaria e che oggi assegna a ogni struttura una funzione particolare.
Andando nei dettagli, nel nuovo regolamento vengono definiti i principi ispiratori del modello organizzativo, le modalità di gestione aziendale, gli organi e gli organismi nonché l’articolazione interna delle strutture. L’organizzazione aziendale, nella sua nuova articolazione, prevede tre articolazioni organizzative fondamentali (in precedenza erano sei): il servizio ospedaliero provinciale, il servizio territoriale e il dipartimento di prevenzione. Il servizio territoriale è ripartito in tre aree (cure primarie, riabilitazione e salute mentale) e subentra nelle funzioni dei singoli distretti sanitari. La ripartizione in aree (medica, medica specialistica, chirurgica, chirurgica specialistica, materno infantile, servizi, emergenza) è prevista anche per il servizio ospedaliero provinciale, costituito da tutti i presidi ospedalieri pubblici.
Assoluta novità la figura del coordinatore dell’integrazione fra ospedale e territorio che avrà il compito di facilitare la realizzazione dei percorsi clinico-assistenziali trasversali promuovendo l’integrazione tra assistenza ospedaliera, territoriale e attività di prevenzione. Questi gli ambiti territoriali: ospedale di Arco, Alto Garda e Ledro; ospedale di Tione, Giudicarie e Rendena; ospedale di Borgo Valsugana, Alta e Bassa Valsugana, Tesino, Primiero; ospedale di Cavalese, Valle di Fiemme e Ladino di Fassa, Cembra; ospedale di Cles, Valle di Non e Valle di Sole, Paganella, Rotaliana; ospedale di Trento, Valle dell’Adige, Valle dei Laghi; ospedale di Rovereto, Vallagarina, Altipiani Cimbri. «Vogliamo fornire ai cittadini prestazioni sanitarie clinicamente appropriate ed efficaci attraverso una maggiore omogeneità dei servizi e l’utilizzo integrato delle risorse — ha concluso Zeni — Non stiamo tagliando. Anche il governatore Ugo Rossi nel presentare la relazione di assestamento al bilancio ha assicurato che alla sanità arriveranno più risorse».