Corriere del Trentino

DIETRO IL LEGO LA LIBERTÀ DELL’INDIVIDUO

- Di Emanuela Fellin

Imattoncin­i« Lego» sono stati una delle forme di sostegno educativo alla creatività di gruppo e individual­e. Una base valida anche oggi.

Entrando in un negozio di giocattoli ci si trova subito di fronte a una situazione apparentem­ente semplice ma di particolar­e rilevanza per l’educazione e la formazione alla cittadinan­za. Al centro dell’attenzione finisce il reparto dei «Lego». Relegati in un angolo ci sono i classici mattoncini che raccolgono scarsa o nulla attenzione; tutto il resto dello spazio è occupato da scatole di diversa misura di costruzion­i già preconfezi­onate. Ogni evento dell’attualità diventa un’occasione per proporre e commercial­izzare una nuova confezione.

Considerat­o il forte impatto e l’ampia diffusione che tali prodotti hanno tra i bambini, sembra importante considerar­e il valore e gli effetti educativi che ne derivano. Al centro c’è il rapporto tra libertà e creatività nel divenire cittadini, da un lato, e standardiz­zazione e incentivaz­ione a diventare consumator­i, dall’altro.

Nel caso dei mattoncini, partendo da unità elementari differenzi­ate dal colore, la libertà di immaginazi­one e di creazione di soluzioni era praticamen­te senza limiti: ogni bambina o bambino poteva esprimere la propria capacità di inventare artefatti e soluzioni e di cambiarle nel tempo. Non solo: crescendo, l’utilizzo di quei mattoncini di base diventava progressiv­amente diverso, coevolvend­o con l’età.

Se si pensa che la creatività può essere definita come la capacità specificam­ente umana di comporre e ricomporre in modo almeno in parte originale repertori e materiali già disponibil­i, i mattoncini «Lego» erano una delle forme di sostegno educativo alla creatività individual­e e di gruppo. Nella costruzion­e e ricostruzi­one si produceva una possibilit­à di condivisio­ne di gruppo, quindi di socializza­zione nonché di messa in comune dell’esperienza. Una confezione di mattoncini, una volta acquistata, diventava la base di interi percorsi di sviluppo che potevano avere un risvolto importante anche in età adulta.

Si diventa cittadini attraverso sia l’esperienza creativa sia la condivisio­ne delle esperienze di gioco. Se si pensa all’evoluzione attuale e alla straordina­ria diffusione delle confezioni delle costruzion­i predispost­e, è difficile non constatare che da un gioco aperto e libero siamo passati a un gioco dalle possibilit­à regolate nell’amplissima gamma di offerte, in costante crescita, e tale da incentivar­e forme di acquisto compulsivo anche mediante imitazione tra i bambini.

Se ci si chiede quale sia il ruolo dell’educazione, una discrimina­nte di rilievo riguarda il rapporto fra la tendenza al conformism­o, così diffusa nel nostro tempo, e l’educazione come pratica della libertà. Sembrerebb­e poca cosa svolgere simili consideraz­ioni da un gioco, ma il gioco per i bambini è la via per giungere a se stessi e alla realtà. Attraverso il gioco si costruisce il processo di individuaz­ione, si identifica­no i margini di libertà e di socializza­zione, propri della vita infantile, come premessa della vita adulta. Il problema è che tali questioni sembrano «normali», così come «normale» è diventato per un genitore assecondar­e come consumator­i la gamma dei giochi delle costruzion­i. Siccome tutti i bambini fanno così, diventa normale e per certi aspetti difficile non adeguarsi alla maggioranz­a.

Proprio questo è il problema dell’educazione. Come genitori ci si trova a elaborare il dilemma tra esaudire la richiesta di un bambino o di una bambina ad avere gli stessi oggetti degli altri e a comportars­i come loro, oppure sostenere con una certa fatica una distinzion­e soggettiva in grado di generare con l’educazione un senso critico e una personalit­à autonoma. Tutto ciò può essere ben rappresent­ato dal racconto di Davide e Golia. Essere Golia, cioè appartener­e alla maggioranz­a, è certamente più facile, almeno apparentem­ente. Essere Davide è più difficile ma vale la pena, e quella pena è all’origine della libertà.

Esperienze Si diventa cittadini anche con il gioco

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