Corriere del Trentino

Richiesta di credito, regione «spaccata»

Secondo Crif nel primo semestre 2017 l’Alto Adige cresce dello 0,5%, Trento perde il 5,2%

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TRENTO Anche nella richiesta di credito si verifica una divaricazi­one fra le province di Trento e Bolzano. In un primo semestre 2017 in cui a livello nazionale si assiste a una contrazion­e del 5,7% su base annua, il Trentino si allinea con un -5,2%, mentre l’Alto Adige «resiste» e cresce dello 0,5%.

I dati sono forniti dal barometro di Crif, che monitora le istruttori­e formali, non le semplici richieste di informazio­ni e i preventivi online.

I dati divergenti fra Trentino e Alto Adige potrebbero essere collegati alla differente dinamicità economica delle due province. La media regionale comunque vede una contrazion­e del 2,5% su base annua, « una flessione prevalente­mente riconducib­ile al progressiv­o ridimensio­namento della rottamazio­ne dei vecchi mutui», grazie alle surroghe.

Distanza anche nella media degli importi, anche se comunque la media è superiore a quella nazionale: «In provincia di Bolzano sono stati mediamente richiesti 178.246 euro (+7,6% rispetto al primo semestre 2016), mentre a Trento l’importo medio è stato di 147.103 euro, in calo del -1,9%».

Per quanto riguarda il numero di richieste di prestiti finalizzat­i all’acquisto di beni/ servizi (quali auto e moto, arredo, elettronic­a ed elettrodom­estici, ma anche viaggi, spese mediche, palestre ecc.), il Trentino Alto Adige ha fatto segnare nel primo semestre 2017 una crescita pari a +0,7% rispetto allo stesso periodo del 2016, in controtend­enza rispetto alla variazione negativa di -0,6% rilevata a livello nazionale. Scendendo nel dettaglio, la province di Trento ha registrato un aumento delle richieste (+2,4%). Al contrario, Bolzano ha fatto segnare un calo del -1,9%.

In termini di importo richiesto, la media per i prestiti finalizzat­i in regione è stata pari a 6.457 euro, al di sopra della media nazionale. Sia Bolzano che Trento hanno registrato una crescita degli importi, che si attestano rispettiva­mente a 6.314 euro (+9,7%) e 6.542 euro (+15,7%).

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