UN RILANCIO COMPLICATO
Orso permettendo, la partita attorno al futuro degli impianti sciistici di Folgarida-Marilleva merita grande attenzione. Considerarla come un affare esclusivamente locale sarebbe un grave errore. Con l’aggiudicazione dell’asta da parte di una società con sede tra Benevento e Milano per 28 milioni di euro, si sono aperti scenari imprevisti; qualcuno li dipinge addirittura a tinte fosche. Il Consiglio provinciale, ieri mattina, ha fatto un rapidissimo cenno alla questione. Visto che si sta parlando del futuro economico e turistico del Trentino, però, non sarebbe male se l’Aula dedicasse una seduta ad hoc al tema. Da qui al 3 agosto — data in cui sarà possibile rientrare in corsa con un rilancio minimo di 30 milioni — la Provincia si giocherà tutte le carte provando a mettere insieme una cordata locale, con funivie Pinzolo-Campiglio, Trentino Sviluppo e non si esclude un accordo in extremis con i francesi della Compagnie des Alpes, capace di contrapporsi alla società vincitrice. Dietro a quest’ultima sembra ormai emergere un disegno di carattere speculativo: non c’è da sorprendersi, poiché accanto alla vendita degli impianti, c’è pure il destino, ancora da scrivere, di 70.000 metri cubi che stuzzicano l’appetito degli immobiliaristi.
I margini per rilanciare l’offerta, a oggi, sono ridottissimi. Finanziaria Trentina e Isa hanno preso le distanze. Nella maggioranza di centrosinistra, inoltre, si sono alzate le barricate (Pd in testa) su un possibile intervento di Trentino Sviluppo. Un ostacolo politico fastidioso per Rossi che rischia di introdurre un ulteriore elemento di disturbo in una coalizione già di per sé fragile. Il governatore si gioca molto in termini di immagine, si tratta di capire se vorrà andare allo scontro con gli alleati: tra un anno si va alle urne. Il caso Folgarida, a prescindere dalla sua conclusione, consente comunque di trarre alcune considerazioni utili per il futuro. Rimane valido l’appello lanciato da Rossi al mondo imprenditoriale a essere maggiormente protagonista nello sviluppo del territorio provinciale, ma ciò andrà contestualizzato nell’ambito di una strategia precisa. Sulla partita funiviaria ci si è mossi tardi e all’esterno è sembrata una mossa improvvisata che ha costretto a inseguire anziché governare l’intera operazione. La chiamata alle armi del mondo finanziario locale dovrà pertanto essere sviluppata su un piano preciso che abbia un unico obiettivo: rafforzare il Trentino. Chissà che da una battuta d’arresto non possa nascere un futuro migliore.