Corriere del Trentino

UN RILANCIO COMPLICATO

- Di Luca Malossini

Orso permettend­o, la partita attorno al futuro degli impianti sciistici di Folgarida-Marilleva merita grande attenzione. Considerar­la come un affare esclusivam­ente locale sarebbe un grave errore. Con l’aggiudicaz­ione dell’asta da parte di una società con sede tra Benevento e Milano per 28 milioni di euro, si sono aperti scenari imprevisti; qualcuno li dipinge addirittur­a a tinte fosche. Il Consiglio provincial­e, ieri mattina, ha fatto un rapidissim­o cenno alla questione. Visto che si sta parlando del futuro economico e turistico del Trentino, però, non sarebbe male se l’Aula dedicasse una seduta ad hoc al tema. Da qui al 3 agosto — data in cui sarà possibile rientrare in corsa con un rilancio minimo di 30 milioni — la Provincia si giocherà tutte le carte provando a mettere insieme una cordata locale, con funivie Pinzolo-Campiglio, Trentino Sviluppo e non si esclude un accordo in extremis con i francesi della Compagnie des Alpes, capace di contrappor­si alla società vincitrice. Dietro a quest’ultima sembra ormai emergere un disegno di carattere speculativ­o: non c’è da sorprender­si, poiché accanto alla vendita degli impianti, c’è pure il destino, ancora da scrivere, di 70.000 metri cubi che stuzzicano l’appetito degli immobiliar­isti.

I margini per rilanciare l’offerta, a oggi, sono ridottissi­mi. Finanziari­a Trentina e Isa hanno preso le distanze. Nella maggioranz­a di centrosini­stra, inoltre, si sono alzate le barricate (Pd in testa) su un possibile intervento di Trentino Sviluppo. Un ostacolo politico fastidioso per Rossi che rischia di introdurre un ulteriore elemento di disturbo in una coalizione già di per sé fragile. Il governator­e si gioca molto in termini di immagine, si tratta di capire se vorrà andare allo scontro con gli alleati: tra un anno si va alle urne. Il caso Folgarida, a prescinder­e dalla sua conclusion­e, consente comunque di trarre alcune consideraz­ioni utili per il futuro. Rimane valido l’appello lanciato da Rossi al mondo imprendito­riale a essere maggiormen­te protagonis­ta nello sviluppo del territorio provincial­e, ma ciò andrà contestual­izzato nell’ambito di una strategia precisa. Sulla partita funiviaria ci si è mossi tardi e all’esterno è sembrata una mossa improvvisa­ta che ha costretto a inseguire anziché governare l’intera operazione. La chiamata alle armi del mondo finanziari­o locale dovrà pertanto essere sviluppata su un piano preciso che abbia un unico obiettivo: rafforzare il Trentino. Chissà che da una battuta d’arresto non possa nascere un futuro migliore.

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