Suicidio in carcere, il pm vuole archiviare I familiari dicono no
La Procura ha chiesto l’archiviazione, ma il fratello non si arrende. Ora deciderà il giudice
TRENTO Non si arrende Massimo Soricelli, il fratello di Luca, il giovane morto suicida nella notte tra il 16 e il 17 dicembre scorso, dopo l’arresto, avvenuto alcuni giorni prima, per l’incendio del distributore di benzina Agip di Rovereto. Secondo il pm Davide Ognibene che, dopo la tragedia, aveva subito aperto un fascicolo d’indagine, non c’è alcuna responsabilità nella morte dell’uomo. La Procura aveva unito l’indagine sulla morte di Soricelli con quella sui presunti maltrattamenti in un unico fascicolo e ad aprile ha chiesto l’archiviazione, non ravvisando alcun profilo di reato.
Una decisione che il fratello di Soricelli fatica ad accettare. L’uomo, che si è rivolto all’avvocato Stefano Trinco, vuole sapere la verità, vuole capire perché Luca, con le sue patologie, era stato portato in carcere, e così ha presentato opposizione all’archiviazione. L’udienza davanti al gip Francesco Forlenza si è svolta martedì, ma il giudice si è riservato. L’avvocato Trinco ha chiesto che venga fatta chiarezza sull’operato della psichiatra che aveva in cura Luca Soricelli e aveva ritenuto le condizioni del paziente compatibili con il carcere, nonostante la sua fragilità. Inoltre il fratello dell’uomo vuole capire perché Luca è stato lasciato solo nell’infermeria del carcere e nessuno gli ha somministrato un sonnifero per tenerlo tranquillo. I familiari vogliono chiarezza anche sull’operato dei carabinieri e del pronto soccorso che non avrebbero trattato Luca come dovevano. Ma la triste vicenda del trentacinquenne roveretano si intreccia ad un’altra storia delicata, di presunti maltrattamenti in carcere. La Procura ha chiesto l’archiviazione anche per questo, ma il garante dei detenuti, Emilia Rossi, rappresentata dall’avvocato Nicola Canestrini, si è opposta. Ora deciderà il giudice.