Harding ricorda Abbado
Il direttore inglese spiega la genesi del programma elaborato insieme a Staineacker I maestri: «Con la Mahler suoneremo Debussy e Schubert». «Le sue pagine preferite»
Potenza ed energia della musica. Persino il cielo bigio e un po’ fosco del pomeriggio bolzanino di ieri si apre alle sei della sera. E dopo alcune ferme esitazioni (è arrivato da pochissime ore, interrompendo una breve vacanza in una località lontana e vuole concentrasi sulle prove), Daniel Harding, il gigante della direzione d’orchestra che domani salirà sul podio dell’Orchestra dell’Accademia Gustav Mahler nel concerto all’Auditorium, si dispone a un sorriso. «Lo avevo promesso a Bolzano due anni fa — ci confida — mi ero impegnato a tornare per ricordare Claudio Abbado ancora una volta insieme con i musicisti dell’Accademia Mahler e con il pubblico di questa città».
E poi, prosegue: «Con Philipp von Steinaecker abbiamo definito il programma del concerto di domani già qualche mese fa. E Debussy, soprattutto le pagine che eseguiremo, sono state per anni tra le preferite di Claudio. Ecco il motivo per il quale le abbiamo scelte».
Allievo abbadiano tra i più rigorosi (e ormai da tempo protagonista sul podio dei teatri e delle orchestre più importanti del mondo) il maestro inglese prova nell’auditorium di Bolzano sia la Suite da Pelléas et Mélisande di Debussy, sia la Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore, op. 97 «Renana» di Schubert.
Tra i musicisti, Chiara Tonelli, flautista e maestra dello strumento, allieva anche lei di Abbado. Poi tanti giovanissimi che pendono dalle labbra del direttore oxfordiano (di nome e di nascita), che intreccia inglese e italiano nelle sue indicazioni all’orchestra.
Non si prova solo Debussy. Anche la sinfonia schubertiana in programma è un’altra partitura che Claudio Abbado amava intensamente. «E che abbiamo inserito nel programma anche per indicare ai nostri colleghi più giovani e meno esperti come si suona e perché», dicono all’unisono Harding e von Steinaecker.
Il concerto, inscritto nel calendario del «Bolzano Festival Bozen», è confermato per le 20.30 di domani all’auditorium di via Dante.
I due maestri (Harding sul podio, von Steinaecker al violoncello ma anche nelle vesti di deus ex machina dell’orchestra) decidono di parlare insieme del loro maestro amatissimo. È ancora Harding a ricordare i concerti di Bolzano e di Dobbiaco degli anni passati e «il piacere di lavorare con tutti questi giovani che non ho dimenticato».
Ma ecco i due maestri quasi «rincorrersi» nella voce, ricordando che «Abbado amava tantissimo i Notturni di Debussy. E poi, Pelléas et Mélisande l’ha diretto tante volte. Alla Scala, a Berlino, altrove… La nostra esecuzione a Bolzano la consideriamo un “inchino” al maestro».
E La «Renana» schubertiana? «Una sinfonia che Claudio e Daniel conoscono benissimo. Uno sapeva come l’altro la avrebbe resa — ragiona Philipp von Steinaecker — dunque un pezzo ideale da dirigere ed eseguire con gli studenti anche perchè così possiamo far vedere e sentire come vogliamo suonare».
Pagina ideale, nell’ambito delicato e non ancora esploratissimo della musica da camera, con una attenzione speciale alla necessità di «ascoltarsi, di confrontarsi con tutti gli altri mentre si suona», tiene ancora a dire Von Steinaecker.
Il programma che ascolteremo domani sera è nato, come abbiamo detto, la scorsa primavera. In che modo? Harding e von Steinaecker — in sintonia anche personale e non solo professionale da diversi anni — hanno prima deciso di eseguire Schubert, già familiare per l’orchestra.
Poi, i due musicisti si sono interrogati su un omaggio musicale ad Abbado se possibile ancora più esplicito, accorato, affettuoso. E Debussy è stato il primo nome venuto in mente ad entrambi.
Ecco, allora, quale grande incantesimo musicale ci aspetta domani sera.