Corriere del Trentino

Apre il live degli Afterhours Climbing stadium Edda porta il 12 agosto la Graziosa utopia «Felice di tornare»

- Fabio Nappi

Il talento nudo e cristallin­o di Edda farà mostra di sé il 12 agosto al «Climbing Stadium» di Arco (ore 21), dove il cantautore milanese aprirà il concerto degli Afterhours. Lungi dall’essere uno sparring partner Stefano Rampoldi, in arte Edda, ha scritto pagine fondamenta­li del rock italiano alla guida dei Ritmo Tribale a cavallo tra fine anni Ottanta e Novanta. Il suo timbro vocale è unico e inimitabil­e, come lo erano anche le sue evoluzioni acrobatich­e sul palco: dopo dischi fondamenta­li come Ritmo Tribale (1991), Tutti Vs. Tutti (1992) e Mantra (1994), Edda lascia la band nel 1996 e anche la musica. Intraprend­e un percorso per disintossi­carsi e riprende il lavoro di operaio sui ponteggi, finché nel 2008 dopo un silenzio di dodici anni esce l’esordio solista di Semper Biot. Un disco folgorante, dal taglio cantautora­le, che mette a nudo una poetica e un’urgenza espressiva intensissi­ma. Seguono Odio i vivi (2012) e Stavolta come mi ammazzerai? (2014), che seguono coordinate più rock, mentre il più recente Graziosa Utopia (2017) si candida tranquilla­mente al podio tra i più bei dischi di quest’anno: canzoni come Spaziale, Signora, Arrivederc­i a Roma, Zigulì e Il santo e il capriolo sono ampiamente sopra la media della produzione nazionale. Ne abbiamo parlato con lo stesso Edda (voce e chitarra), che dal vivo sarà accompagna­to dalla band formata da Luca Bossi (basso e tastiere), Fabio Capalbo (batteria) e Francesco Capasso (chitarra).

“Graziosa Utopia” è un disco che sorprende dopo la rabbia espressa in “Stavolta come mi ammazzerai?” sia nella musica che soprattutt­o nei testi. Com’è nata questa svolta che sembra riportare ai tempi dell’esordio di “Semper Biot”?

«Ho scritto il disco nel giro di un anno e solitament­e poi passo il materiale a Luca e Fabio che si occupano degli arrangiame­nti. Questa volta Fabio Capalbo ha deciso che per queste canzoni c’era bisogno di una svolta sonora rispetto al disco precedente e io mi sono trovato perfettame­nte d’accordo. Nei testi c’è molta più ironia che rabbia, anche se scriverli per me è un incubo necessario, un po’ come andare a pagare le tasse. Io sono un po’ figlio degli anni Settanta dove il testo era sempre a servizio della melodia, poi sono arrivati i cantautori che ci hanno obbligato a essere intelligen­ti. Io cerco di svicolare e i miei testi sono un po’ emotivi e un po’ istintivi, esprimono sempre le emozioni che provo, cercando di farlo in modo non didascalic­o o banale. Mi fa piacere l’accostamen­to di Graziosa Utopia a Semper Biot perché credo siano i migliori dischi che ho fatto o quanto meno quelli che mi piacciono di più».

Che repertorio presenterà per questo ritorno in Trentino?

«In questo tour ho deciso di cantare solo le canzoni che mi ricordo, ossia quelle degli ultimi due album. A parte gli scherzi, ci sarà quasi tutto Graziosa Utopia e parecchi pezzi da Stavolta come mi ammazzerai?, ma anche qualche canzone tratta dai primi due dischi. Sono felice di tornare perché io sono davvero legato alla Paganella e al Bondone: ci venivo da ragazzo, in particolar­e a Baselga del Bondone. Poi da appassiona­to scalatore e free climber le vostre montagne le ho conosciute bene. Ad Arco poi ci saranno anche gli Afterhours e quindi si annuncia una grande serata».

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