Corriere del Trentino

«Ho sentito 5-6 colpi e sono scappato via»

Il racconto del vicino di casa: «Ho pensato subito ad una rapina. Ricordo un vociare, poi ho dato l’allarme»

- Dafne Roat

TRENTO «Pensavo fosse una rapina». È ancora sotto choc, sconvolto e incredulo Giovanni Narducci. Un passato in banca, abituato alle emergenze, anche a situazioni difficili, il suo primo pensiero è stato quello di una banda armata. Difficile pensare ad altro in un paese di duemila anime, di montagna, tranquillo e immerso nel verde.

A poche ore dalla terribile tragedia, che ha colpito al cuore il paese di Tenno, Giovanni è nel suo appartamen­to al primo piano della palazzina che si trova proprio di fronte alla casa di Mattia Stanga, in via delle Cesure al civico uno, accanto a lui c’è la sua cagnetta. Scuote la testa, Giovanni, ancora incredulo e racconta quei minuti di paura.

«Ho sentito cinque, sei spari, io ero seduto lì fuori, quando ho sentito il secondo e il terzo colpo, sono subito rientrato perché era inequivoca­bile che stessero sparando con una pistola, pensavo a una rapina. Mancava la corrente, perché è stata tolta l’energia elettrica dall’Enel per lavori. Ho lavorato in banca per quarant’anni — racconta — e queste cose qui le conosco, non si sa mai». Giovanni fa una pausa, riflette, poi ricorda quei brevissimi istanti. «Ho sentito questi spari e sono rientrato perché ero in giardino» continua. Ricorda anche le grida, «un vocio», dice. «Subito ho chiamato i carabinier­i e poi li ho richiamati perché in quei momenti non ti rendi conto del tempo che passa e hai paura, non capivo cosa esattament­e stesse succedendo».

Il primo sparo, poi un secondo. «Ho sentito un vociare» spiega, ma Narducci non sa dire se era Albachiara che stava cercando di chiedere aiuto. «È successo tutto abbastanza velocement­e». Poi è accorsa anche una vicina, allarmata perché aveva sentito gli spari e il figlio, proprio in quel momento, era fuori per portare l’immondizia.

«C’era la signora qui a fianco che chiamava — spiega — aveva il figlio fuori e si era spaventata. Non si sa mai cosa può succedere». Solo poche ore dopo Narducci ha scoperto la terribile verità. Nessuna rapina, ma una tragedia umana immensa. «Non conoscevo questi ragazzi — dice — Lui, Mattia, l’avevo visto solo quando era più piccolo. Poi basta. Ho comprato questa casa sedici anni fa proprio dal papà di Mattia, Lucio. È stato lui con la sua impresa a costruire questa palazzina, io però sono stato via a lungo a Genova, Milano e in Francia, ho viaggiato molto. Ero arrivato ieri (domenica, ndr), conosco un po’ di più il fratello Michele perché abita anche lui nel condominio e ogni tanto ci vediamo e ci salutiamo cordialmen­te. Poi non so le dinamiche, cosa è successo. È una tragedia terribile».

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 ?? (Foto Matteo Rensi) ?? Imponderab­ile A sinistra l’abitazione dove è avvenuto l’omicidiosu­icidio. Sopra il vicino di casa, Giovanni Narducci. Quindi i genitori di Mattia Stanga: papà Lucio e mamma Claudia
(Foto Matteo Rensi) Imponderab­ile A sinistra l’abitazione dove è avvenuto l’omicidiosu­icidio. Sopra il vicino di casa, Giovanni Narducci. Quindi i genitori di Mattia Stanga: papà Lucio e mamma Claudia
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