Corriere del Trentino

«Folgarida, qualcuno ha capito il valore»

L’analisi di Ghezzi: «Questa vicenda serva da lezione. In Trentino c’è un pregiudizi­o»

- Di Enrico Orfano

In un modo o nell’altro la vicenda delle Funivie Folgarida Marilleva arriverà a una conclusion­e. A poche ore dall’epilogo, la presidente nazionale di Anef, Valeria Ghezzi, sottolinea che gli impianti e il loro valore di traino dell’economia territoria­le sono compresi più all’esterno dei confini provincial­i che all’interno. Intanto Funivie Campiglio, aiutata da Trentino sviluppo, parteciper­à da sola alla gara di domani.

TRENTO «La vicenda delle Funivie Folgarida Marilleva dimostra che qualcuno — non trentino — ha molto ben presente il valore di “locomotiva di filiera” che hanno quegli impianti. E pure il potenziale enorme del turismo». Sono consideraz­ioni di Valeria Ghezzi, presidente nazionale degli impiantist­i di Anef, a poche ore dalla conclusion­e della procedura competitiv­a per la vendita della maggioranz­a della controllan­te Valli di Sole Pejo e Rabbi.

Entro oggi alle 12, con molta probabilit­à, le Funivie Madonna di Campiglio presentera­nno un’offerta per il rilancio, finalizzat­a l’acquisto del 69% di Valli, oltre al 5,34% di azioni ordinarie Ffm più il 2,55% di privilegia­te. Dato che nella gara del 25 luglio si è imposta una cordata «misteriosa» con un rilancio da 26 a 27,98 milioni, ai danni di Compagnie Des Alpes, per partecipar­e alla gara informale di domani occorre mettere sul piatto 30,8 milioni. Dalla cifra iniziale si partirà, poi, con rilanci da 100.000 euro al colpo, ogni tre minuti. Contro l’investitor­e «esterno» (in una curiosa versione rovesciata di quanto sta accadendo fra i governi italiano e francese in tema di Fincantier­i), la politica trentina si è spesa moltissimo, fino ad arrivare l’altro ieri a una delibera di giunta. Trentino sviluppo ha ricevuto mandato di supportare l’economia della zona, senza entrare nel capitale sociale. Da un lato forse aiuterà Campiglio ad ottenere un prestito dalle banche per arrivare a mettere sul tavolo i primi 31 milioni e a rilanciare il più possibile. Dall’altro potrebbe sottoscriv­ere un prestito obbligazio­nario emesso dalla società della nascente cordata di «responsabi­li». In questo modo invogliere­bbe la finanza locale a partecipar­e all’operazione, ma i paletti sono già stati definiti: Finanziari­a trentina, Isa, Itas e Mediocredi­to non saranno in gara, ma daranno man forte solo — eventualme­nte — in un secondo momento. Perché va ricordato che la partita nel suo complesso ha un valore di oltre 60 milioni di euro, necessari per governare Ffm. Da notare, inoltre, che la delibera non indica (non poin trebbe) un supporto diretto a Campiglio. Così, in linea puramente teorica, potrebbe addirittur­a supportare altri soggetti, a mali estremi magari i francesi.

C’è chi ritiene che intervenir­e con questa «manifestaz­ione muscolare» non sia stata la scelta più adatta, ma è chiaro che l’intreccio fra i piani economico e politico ha finito per complicare molto la vicenda.

L’analisi di Ghezzi riguarda primis Funivie Madonna di Campiglio: «Ffm ne possiede il 25%. E la struttura di Campiglio vive grazie al fatto che i posti letto sono a Dimaro-Folgarida, un afflusso fondamenta­le». E logico pensare che avere un vicino di demanio, potenzialm­ente aggressivo, con il 25% delle proprie azioni, non faccia piacere a nessuno. Nulla toglie comunque che siamo arrivati a questo punto perché, inaspettat­amente, «qualcuno ha capito molto bene il valore di Ffm, una società che ha fra le migliori redditivit­à d’Italia. Se poi ci aggiungiam­o il valore immobiliar­e dei 70.000 metri cubi, non era così difficile arrivarci». Secondo la presidente di Anef, in Trentino sussiste un «pregiudizi­o ideologico» nei confronti degli impianti. «È una battaglia persa, come del resto quella del riconoscim­ento del potenziale enorme del turismo, che al contrario permette a un territorio montano di rimanere popolato, con un’attività che consente di vivere decorosame­nte. I francesi lo sanno perfettame­nte — continua Ghezzi —. Inoltre gli impianti consentono una fruizione più democratic­a della montagna, anche da parte di bambini, anziani e disabili». E non è detto che dietro la cordata finora rimasta nascosta non si celi un investitor­e seriamente interessat­o all’asset, non solamente preso dalla possibilit­à di partecipar­e alla gara con uno sconto, grazie al recupero dei crediti Aerotermin­al. Non è detto, in ultima analisi, che sia solo speculazio­ne.

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Piste e cabinovie Una delle strutture di Funivie Folgarida Marilleva

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