Un operaio quarantenne muore travolto dal camion Lascia moglie e quattro figli
BOLZANO La comunità di Laives, dove viveva fin da quando era bambino, dov’era cresciuto e si era creato una famiglia, bellissima, con quattro figli, ieri mattina era attonita. Nessuno riusciva a credere che dietro la notizia di «quell’operaio morto ad Andriano lunedì sera», potesse esserci il «loro» Lucio. Quello dalla risata inconfondibile. Quello che salutava tutti. Quello che da ragazzino giocava a calcio nei campetti con il sindaco Christian Bianchi. E invece, in mattinata, è arrivata la conferma: l’operaio rimasto schiacciato sotto un camion, un bilico, all’interno della ditta Tschigg, lunedì sera, era proprio Lucio Catalano, 46 anni, originario di Napoli ma da sempre residente a Laives. Le scuole, il calcio, il lavoro. Tutto a Laives, dove vivono anche la sorella Cinzia e l’anziana mamma Maria. Poi l’incontro con Silvia, la donna che sarebbe diventata sua moglie e, soprattutto, la madre dei suoi quattro figli: la più grande, Francesca, lo scorso anno aveva festeggiato i 18 anni.
Una famiglia unitissima, dove Silvia era una mamma a tempo pieno e Lucio, oltre a fare il papà, lavorava, tantissimo, per offrire ai suoi ragazzi un futuro che fosse il più sereno possibile.
Tanti i lavori che Catalano aveva fatto, la maggior parte come autista di mezzi pesenti. Sempre, però, con una data di inizio e una di fine. Per un periodo aveva lavorato anche per il Servizio Strade della Provincia: pare avesse anche partecipato ad un concorso, ma alla fine, quel posto, non era rimasto suo. Così, come faceva sempre, si era rimboccato le maniche e aveva ricominciato a cercare, senza mai perdersi d’animo.
Il 27 giugno scorso aveva trovato un impiego, sempre come conducente di camion, per l’impresa Mazzarol di Laives: alla guida del mezzo pesante, anche lunedì sera, Catalano era andato a recuperare il materiale di scarto del cantiere di Palais Campofranco, in piazza Walther, per portarlo alla Tschigg, una ditta con sede ad Andriano che recupera scarti di materiale per trasformarli in sabbia, ghiaia e ghiaione. Da qui, il buio. L’uomo, per cause che rimangono attualmente al vaglio degli inquirenti, una volta sceso dal bilico è rimasto schiacciato sotto il mezzo pesante. I soccorsi, allertati dai colleghi, sono arrivati sul posto poco dopo, ma il trauma riportato dall’operaio già lasciava intuire il peggio. Per l’uomo non c’è stato nulla da fare.
«Ciao Lucio amico mio, che brutto scherzo che mi hai combinato — scrive uno dei tanti amici dell’operaio che ieri hanno voluto lasciargli un ricordo su Facebook — Ho sperato di aver fatto un brutto sogno ma purtroppo non é così. Mi mancherai tanto. Mi mancheranno le nostre telefonate e i messaggi che mi mettevano allegria. Ti voglio bene amico mio, guarda sempre la tua splendida famiglia e stai tranquillo hai una moglie straordinaria e dei figli fantastici». «Non posso credere che non ci sia più — racconta commossa Debora Pasquazzo, vicina di casa della famiglia, che abitava a Laives in una palazzina di via Galizia — Una famiglia splendida, impegnata molto con la chiesa e nel sociale. Straziante pensare a quello che è successo».
Sconvolto anche Marco Fadanelli, amico della vittima fin dai tempi delle scuole. «Era una persona solare, sempre allegra, sempre disponibile — ricorda — Chi non conosceva la famiglia Catalano a Laives? Una tragedia enorme, indescrivibile a parole». I Catalano facevano parte dell’associazione «Famiglie numerose» e Lucio era molto attivo anche per l’associazione Don Bosco.
L’indagine I carabinieri di Bolzano, intervenuti sul posto, stanno ricostruendo la dinamica