Vogliamo l’orso?
L’orso: lo vogliamo davvero? Negli anni Cinquanta nelle scuole elementari le maestre di istruzione austriaca davano lezioni di vita. Attenti alle aquile, dicevano, quando si lasciano i bimbi all’ aperto. Se ne additava il pericolo. Poi le vipere: fuggire in salita, per evitare che scattassero a molla per colpire. Infine attenti agli orsi: correre giù tra i dirupi , come ha fatto di recente l’idraulico. Non una parola sui lupi. Oggi si dice che gli orsi non siano più un pericolo. Lo si evince dai quotidiani e dai troppi esperti sulla bonarietà di questi quadrupedi. Sì cari maestri della psicologia plantigrada: un tempo li definivamo feroci, oggi più graziosamente carnivori selvatici. Innocui nella fantasia dei bimbi e innocenti nei voli pindarici di qualche animalista, capace di scrivere sui social che forse è meglio un uomo ferito che un orso soppresso. C’è di che rabbrividire. Certo chi lo sostiene siede tranquillo al bar.
L’orsa dell’ ultima aggressione, riconosciuta dal dna, sarà punita. Capirà così l’errore e, scontata la pena, tornerà libera laddove gli altri si sono moltiplicati. Chi si inventò la bella storia di «Life ursus», sapeva che si riproducono? Oggi oltre 130, domani migliaia. Nobile conquista: il bosco sarà ancora quello dei pericoli e delle paure, e Cappuccetto rosso potrà trovare ancora la nonna nella pancia del lupo. Anche lui indifeso, timido e schivo, salvo quando in branco riesce a finire un’alce grande come un toro. L’ uomo potrebbe essere la prossima vittima. Paura ancestrale per la salute dei propri figli e fuga del turista dagli splendidi sentieri. Inutile la punizione di un animale, più utile il danno civile e penale di chi lo ha voluto. A Garda, sono recintati i leoni, che qualcuno ha dimenticato di liberare nella nostra penisola dov’erano stanziali. Non sono predisposti all’integrazione con l’ uomo: così la pensava Androclo, finché non tolse la spina dalla zampa di uno di loro. Per non parlare di San Romedio, rimasto senza cavallo, e di San Francesco col lupo. Ma la santità non è cosa per tutti.