Riforma cultura, Rossi appoggia Viola
Mantenimento dei cda, il governatore media. Costi, l’assessore farà la razionalizzazione
L’idea del presidente della Provincia sarebbe accogliere la proposta di Walter Viola, quella cioè di mantenere i cda dei musei provinciali. La riforma potrebbe arrivare in aula a ottobre, ma senza un’intesa di maggioranza per procedere a oltranza, o senza un accordo con lo stesso Viola, non avrebbe senso. L’obiettivo sarebbe mantenere l’autonomia non solo scientifica, ma anche gestionale, dei diversi musei provinciali.
TRENTO La maggioranza potrebbe abbandonare l’idea del cda unico per i musei provinciali. Ad attivarsi per uscire dallo stallo in cui versa la riforma della cultura, è in questi giorni il presidente della provincia in persona e la sua idea è quella di andare incontro alle richieste di Walter Viola, che ha più volte minacciato l’ostruzionismo se in aula approderà l’ultima versione concordata in maggioranza, quella del board unico.
Definire tortuoso il percorso della riforma è poco. O meglio, buona parte del disegno di legge presentato da Tiziano Mellarini è stata accolta da un consenso piuttosto trasversale. Il progetto dell’assessore si è impantanato sulla governance: prima il cda unico, poi i poli, poi un numero maggiore di poli, poi di nuovo il cda unico, quindi l’apertura a Viola (Progetto Trentino) che chiede il mantenimento di tutti i cda e la costituzione di un tavolo dei presidenti come organo di raccordo da affiancare al tavolo dei direttori, poi di nuovo il cda unico.
L’approdo in consiglio provinciale della legge è stato più volte rinviato. Ora si parla di calendarizzarla per la seduta di inizio ottobre. Senza un accordo con Viola, o un’intesa in maggioranza per procedere a oltranza, però, procedere non ha molto senso. La prima ipotesi è quella di stralciare la parte della governance, ma dopo anni di dibattito avrebbe il sapore della resa. Al compromesso sta lavorando Rossi. In sostanza, si tratterebbe di accogliere la principale richiesta di Viola: il mantenimento dei cda e, con loro, dell’autonomia non solo scientifica, ma anche gestionale, dei diversi musei provinciali. Per fare in modo che il personale stagionale, l’acquisto di beni e servizi e gli aspetti amministrativi comuni siano gestiti in maniera unitaria, così da risparmiare risorse, l’idea è di affidarsi alle linee guida dell’assessorato. In altre parole, legare i finanziamenti al rispetto di determinate condizioni. Un’altra idea che viene immaginata come «di mediazione», è quella di dare vita a un’agenzia con il compito di gestire la parte amministrativa. Insomma, invece di eliminare enti — i cda — se ne creerebbe uno nuovo.
Quanto al coordinamento sull’attività vera e propria, questo sarebbe demandato al tavolo dei presidenti. Nei prossimi giorni la palla passerà al Pd, che dovrà decidere se cedere o meno sul cda unico.