Patt, nuovi arrivi Intanto l’Upt cerca Valduga
Viola a un passo dal Patt. Unione pronta all’asse con il Pd, che resta immobile
Il Patt spinge sulla campagna acquisti. L’Upt prova a rifondare il partito e a imbarcare Francesco Valduga. Il Pd spera in un’asse privilegiato con l’Unione ma, per il momento, appare immobile.
TRENTO Il Patt che cerca di rafforzarsi con la tecnica della campagna acquisti per poter confermare Ugo Rossi alla presidenza. L’Upt che ambisce a riottenere il pallino della coalizione e tenta di rifondarsi attraverso un comitato costituente a cui spera di far aderire Francesco Valduga. Il Pd che rivendica la leadership della coalizione in quando ì«primo partito», ma appare immobile. A pochi mesi dalle elezioni politiche e a un anno dall’appuntamento con le provinciali, due paiono i percorsi possibili all’interno del centrosinistra: la conferma della leadership del Patt e di Rossi, o la nascita di un asse privilegiato tra Pd e Upt in grado di opporre una reale alternativa.
In casa Patt, ufficialmente, è tutto tranquillo. Anche nell’ultima giunta del partito di qualche giorno fa, si è rimasti sulle generali. Sotto la cenere, però, la brace è piuttosto calda. Molti esponenti del gruppo provinciale, alla prima esperienza in aula, temono che possa essere anche l’ultima. Nonostante la fiducia ostentata dai vertici del partito, in pochi si aspettano una conferma del risultato del 2013. A spanne, si calcola di poter eleggere non più di cinque consiglieri. Poco male se non fosse per i nuovi arrivi, un tema che agita il privato degli eletti, restii a porlo, almeno per ora, come problema da discutere nel partito. Di Carlo Daldoss si sa. Di una sua lista di supporto «civico» a Rossi si parla da tempo, ma al momento non se n’è fatto nulla. «Dipende da come andranno le politiche» va dicendo il governatore, ma non è escluso che alla fine possa prevalere la linea di Franco Panizza e Daldoss diventi semplicemente un candidato del Patt. Poi c’è Walter Viola. Rossi è determinato a imbarcarlo. Recentemente, in quel di Gardolo, si è tenuta una riunione cui hanno preso parte il consigliere di Progetto Trentino insieme a un consistente numero di suoi sostenitori, Panizza e Rossi. Il segretario vorrebbe che Viola sottoscrivesse per lo meno un documento di impegno politico per essere candidato, pur da indipendente, nella lista del Patt. L’interessato, per ora, ha declinato l’invito. Rossi pare si formalizzi molto meno. «Bisogna aumentare i voti, non le tessere» argomenta. Comandata appare la conferma di Michele Dallapiccola. L’assessore fedelissimo di Rossi è in difficoltà, ma il governatore non intende rinunciarvi: sarebbe già partita una campagna elettorale in Val di Sole per fargli recuperare il consenso perso in Valsugana. «Protetto» da Panizza e Rossi sarebbe anche Lorenzo Ossanna. Per tutti gli altri la strada è tutta in salita. Lorenzo Baratter viene considerato «bruciato», a Luca Giuliani mancheranno i voti di Mauro Ottobre, a Graziano Lozzer — certo non protagonista in questi anni — quelli del compianto Diego Moltrer. Chiara Avanzo ha dalla sua il fatto di essere l’unico volto femminile del Patt, ma non troppi voti «personali».
In casa Upt, all’annuncio della nascita del «nuovo» partito non è seguito nulla. Il motivo è che un nuovo partito lanciato solo dall’attuale classe dirigente strapperebbe più sorrisi che voti. Il progetto cui si lavora è mettere insieme un «comitato costituente» in cui possano trovare spazio volti nuovi. Il più ambito è quello del sindaco di Rovereto, Valduga. Servirebbe poi per lo meno una figura che faccia riferimento a Progetto Trentino per recuperare quei voti persi nel 2013. Né Marino Simoni, né Gianfranco Zanon paiono interessati a una ricandidatura, ma nemmeno vogliono che Viola trasformi Pt in un affluente del Patt. Tiziano Mellarini, di suo non troppo predisposto ad alleanze a sinistra, si starebbe facendo convincere a maturare un’intesa con il Pd in vista di politiche e provinciali. Con questo obiettivo, è cominciata la moral suasion nei confronti di Vittorio Fravezzi perché ceda al segretario il collegio senatoriale di Rovereto e si candidi alle provinciali.
Nel Pd, dopo che Olivi sul Corriere del Trentino lanciò la proposta di un’asse privilegiato con l’Upt, un’area «civico-progressista» che va poi a trattare con il Patt, è successo poco e niente. I commenti favorevoli alla linea indicata dal vicepresidente non sono mancati, ma sul fronte operativo poco si muove. Il segretario Italo Gilmozzi ha sì incontrato Mellarini, ma tutto pare per il momento finito lì. Anche la nascita di un Pd del Trentino confederato con il Pd nazionale resta un’idea tutta da declinare e le ormai storiche divisioni all’interno del partito, che la candidatura «unitaria» di Gilmozzi prometteva di sanare, restano pressoché immutate, impedendo qualsiasi evoluzione in un senso, o in una altro, dei democratici.
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