Ricca pensionata investe e perde trecentomila euro
Esercenti e impiegati: le 77 vittime. Una pensionata ha perso 300.000 euro
TRENTO Parrucchieri, operai, dipendenti di imprese edili, impianti di risalita, ma anche albergatori, ristoratori , dipendenti provinciali, professionisti e pensionati. Gli allettanti investimenti erano un’attrazione fatale per tutti. Non c’è una sola categoria finita nella rete dei presunti truffatori, ma ci sono persone di tutti i tipi e di ogni estrazione sociale.
Anche chi nel mondo della finanza ci naviga bene ed è attrezzato per capire gli ingranaggi degli investimenti ha subìto il fascino di «Madoff» e dei suoi complici. Sono settantasette le vittime, 65 solo in Trentino. C’è chi ha perso solo poche migliaia di euro (l’investimento minimo era di 2.000 euro), ma anche chi ha perso i risparmi di una vita e chi la liquidazione. Poi c’è la ricca pensionata che nell’affare lusitano ha investito 300.000 euro e li ha persi tutti.
D’altronde l’astuzia dei malviventi era quella di accampare ingegnose scuse per non perdere la fiducia degli investitori inducendoli ad investire il denaro nelle società che puntavano su giocate rese sicure da un algoritmo in grado di garantire sempre e solo entrate e mai uscite. «Ovviamente così non era — ha spiegato il colonnello Roberto Ribaudo comandante provinciale della guardia di finanza di Trento — ma spesso e volentieri ai truffati i truffatori lanciavano un’esca. Gli facevano vedere, all’inizio, che a una prima puntata corrispondeva una piccola vincita e così rilanciavano chiedendo altro denaro salvo poi inventarsi le scuse più incredibili per non restituscattati ire il denaro».
Gli investigatori della Finanza del nucleo di polizia tributaria, guidati dai colonnelli Stefano Lampone e Francesco Sodan, sono però riusciti a svelare i trucchi e smantellare l’organizzazione e ora sono già i primi sequestri. La finanza ha messo i sigilli alla villa hollywoodiana di Giandonato Fino a Molveno, una lussuosa casa che si affaccia sul lago, con ampio giardino, che sul mercato ha un valore di ben 3 milioni di euro. Poi hanno eseguito un sequestro per equivalente, firmato dal gip Francesco Forlenza, di quattro auto, quattro terreni, una moto, una palazzina, un box auto, le quote sociali di cinque società e circa 65.000 euro su conti correnti intestati ai tre trentini. Anche i beni sono tutti riconducibili ai tre indagati trentini. Si parla di una valore complessivo di circa 2 milioni e 410.000 euro, quasi pari al valore della truffa.
Ma le indagini non finiscono qui e proseguono con riscontri anche all’estero per verificare se ci sono altre vittime.