«Il proiettile ha tranciato un’arteria»
Penasa non poteva essere salvato. Sabato i funerali. I cacciatori: un giorno di stop alla caccia
TRENTO È stato stroncato da una vasta emorragia, il proiettile esploso dal fucile dell’amico gli ha tranciato un’arteria. Una ferita fatale che non gli ha lasciato via di scampo. Il suo destino non sarebbe cambiato neppure se i soccorsi fossero stati immediati. Sono stati tempestivi, ma i familiari avevano il dubbio che fossero stati chiamati tardi. Non sarebbe comunque cambiato nulla. È quanto emerge dall’esame autoptico eseguito mercoledì dal dottor Mattia Barbareschi sul corpo dell’ex guardia caccia della val Rendena, Michele Penasa, 70 anni, ucciso con un colpo di fucile esploso dall’amico, Luigi Darin D’Iseppo, 53 anni, durante una battuta di caccia. L’esame autoptico di fatto chiude la prima fase delle indagini, per il procuratore Marco Gallina il caso è praticamente chiuso. Sono stati acquisiti tutti gli accertamenti effettuati dai carabinieri della compagnia di Riva e dei colleghi del nucleo investigativo, sono state raccolte le testimonianze e il quadro per la Procura è chiaro. Non ci sono dubbi sulla responsabilità di Darin che ha imbracciato il fucile e ha sparato in direzione della piccola boscaglia a margine del prato, poco sotto Malga Calvera, a Vigo Rendena, convinto di aver mirato ad un cervo. Un tragico errore. La scarsa visibilità — le condizioni meteo di quel giorno non erano delle migliori — e l’ora, erano quasi le otto di sera, probabilmente, non hanno aiutato. Gli inquirenti parlano di un «errore macroscopico». Darin era convinto di aver ucciso un ungulato, ma era il suo amico. Darin, che è indagato per omicidio colposo (la magistratura potrebbe contestare anche alcune violazioni al regolamento di caccia), è disperato. Non riesce ancora a capire come possa essere successo. Intanto i figli di Penasa, Giovanni, Stefano e Fabiano, si sono rivolti agli avvocati Mattia Gottardi e Carmen Collini. Chiedono chiarezza. La Procura ha sequestrato il proiettile che ha ucciso Penasa, resta da capire se deciderà di effettuare accertamenti balistici, anche se l’ipotesi al momento sembra esclusa. Intanto è arrivato il nulla osta per la sepoltura, i funerali si terranno domani alle 15 a Villa Rendena. I cacciatori, per quel giorno, chiedono lo stop dell’attività venatoria. Il presidente e il consiglio direttivo hanno inviato una lettera a tutte le doppiette chiedendo lo stop in memoria di Michele Penasa «per una sentita pausa di ricordo e riflessione».