Corriere del Trentino

Vite: soluzioni per resistere alla siccità

La ricerca di Winegraft ha prodotto i portainnes­ti «M»: -30% di acqua Lunelli: «Investire sulla sostenibil­ità ambientale produce profitti»

- di Francesca Negri

TRENTO Se la siccità e la drammatica carenza di riserve d’acqua nei terreni — in una delle estati più calde degli ultimi 150 anni — completata da gelate primaveril­i e grandine, ha decimato la produzione enologica locale, italiana ed europea, ci pensa la ricerca scientific­a a trovare la soluzione: nuovi portainnes­ti che resistono agli stress idrici e riducono, in media, del 30% i consumi di acqua. Sono i «portainnes­ti M», frutto del progetto di ricerca dell’università di Milano coordinato dal luminare trentino Attilio Scienza, supportato dalle imprese vitivinico­le riunite in Winegraft, realtà fondata da grandi nomi del vino italiano — Cantine Ferrari, Zonin, Banfi Società Agricola, Armani Albino, Cantina Due Palme, Claudio Quarta Vignaiolo, Bertani Domains, Nettuno Castellare, Cantine Sette Soli — e presieduta dal Marcello Lunelli, vicepresid­ente di Cantine Ferrari.

Insieme a Fondazione di Venezia e Bioverde Trentino (azienda di supporto tecnico per la vigna), Winegraft ha l’obiettivo di sostenere lo sviluppo della ricerca sulla nuova generazion­e di portainnes­ti «M» per la vite, mettendo a disposizio­ne un capitale di circa mezzo milione di euro e avvalendos­i anche dello spin-off IpadLab, società specializz­ata nel campo della fito-diagnostic­a leader a livello internazio­nale. I primi risultati della sperimenta­zione avviata da alcune aziende in varie regioni italiane, tra cui anche Cantine Ferrari, hanno portato a scoprire un’eccezional­e capacità di resistenza allo stress idrico degli «M» e un consumo nell’intero ciclo vegetativo minore del 2530% rispetto ai portainnes­ti tradiziona­li. «Il primato nella water footprint dei portainnes­ti “M” — spiega Lunelli — rappresent­erà una svolta per la viticoltur­a internazio­nale e testimonia efficaceme­nte quanto stiamo sostenendo da tempo: investire in sostenibil­ità ambientale produce effetti positivi diretti anche nella sostenibil­ità economica delle imprese». I portainnes­ti «M» saranno una rivoluzion­e per la vitivinico­ltura italiana e mondiale, assicura Scienza: «Il processo di riscaldame­nto globale sposterà gradualmen­te nei prossimi trent’anni la viticoltur­a mondiale verso le zone più fresche del pianeta. In Italia assisterem­o alla migrazione dei vigneti dalle zone costiere verso le aree collinari, che presentera­nno maggiore disponibil­ità di acqua. I portainnes­ti “M” saranno indispensa­bili per accompagna­re questo percorso e abituare i viticoltor­i al cambio di regime idrico, permettend­o di mantenere la produzione viticola nelle aree che subiranno gli effetti maggiori del cambiament­o climatico».

E dai laboratori dell’università di Milano, grazie al «ponte» tra ricerca e mercato attivato da Winegraft, i portainnes­ti «M» arrivano sul mercato: nei prossimi mesi Vivai Cooperativ­i Rauscedo — che moltiplica e commercial­izza in esclusiva mondiale gli «M» — renderà disponibil­i per la seconda campagna di impianto oltre 200mila barbatelle «anti-siccità» di vari vitigni.

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 ??  ?? Innovazion­e Una vendemmia in corso. A lato in alto Marcello Lunelli (enologo delle Cantine Ferrari), sotto il professor Attilio Scienza
Innovazion­e Una vendemmia in corso. A lato in alto Marcello Lunelli (enologo delle Cantine Ferrari), sotto il professor Attilio Scienza

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