Corriere del Trentino

PIRUBI, L’ECCITAZION­E VENETA E CINQUANT’ANNI DI CHIACCHIER­E

- Il caso di Luca Malossini Paolo Farinati, ROVERETO

«Si sblocca una grande incompiuta...». Così inizia un articolo apparso su «Il Sole 24 Ore» di ieri, dedicato all’autostrada Valdastico. La compagnia spagnola Abertis, titolare attraverso A4 Holding anche del tratto autostrada­le Brescia–Padova e dei tratti dell’A31 a nord e a sud, nonché delle relative concession­i ottenute dal governo italiano, nelle scorse settimane ha fatto giungere al ministero delle Infrastrut­ture il progetto definitivo dei 17,8 chilometri autostrada­li da Piovene Rocchette a Valle d’Astico. Il primo e sin qui più importante investimen­to di Abertis in Italia, coperto interament­e dalla società concession­aria catalana. La risposta del ministero dovrebbe arrivare nella primavera 2018. La ferma volontà degli spagnoli è però di non fermarsi al primo tratto, bensì di concludere l’importante opera autostrada­le con il collegamen­to in Trentino con la A22. Il raccordo con l’Autobrenne­ro è ritenuto fondamenta­le per l’economia del Nord-Est, con una crescita del Pil del Triveneto del 2% all’anno nei dieci anni successivi alla conclusion­e dei lavori. E il Trentino cosa fa? Da anni, troppi anni, la nostra politica locale si è sempre opposta all’opera. Per questioni di sostenibil­ità economica e ambientale, per una scelta teorica in favore della ferrovia, per timori di un’invasione economica veneta. Opinioni rispettabi­li, ma facilmente smontabili. La sostenibil­ità economica sarebbe garantita interament­e da denari spagnoli, quella ambientale dai notevoli progressi della tecnologia nella costruzion­e di gallerie (vedi ad esempio quella vicina a noi di Martignano ) e di smaltiment­o dei fumi. La ferrovia è competitiv­a sulle lunghe tratte, quali il Tav ad alta capacità ad esempio. Nel trasporto delle merci sui percorsi brevi la gomma rimarrà sempre più competitiv­a. Per quanto riguarda il timore di un’invasione economica veneta, ciò non potrà che essere positiva per noi consumator­i, ma pure per possibili nuovi insediamen­ti produttivi, di cui abbiamo molto bisogno sia ora sia in futuro, specialmen­te in Vallagarin­a. Il Trentino avrà il coraggio e la determinaz­ione di farsi protagonis­ta di questa opportunit­à storica? Saprà affrontare il necessario confronto con il governo, con Abertis e con il Veneto con lungimiran­za e responsabi­lità? C’è bisogno di una visione di lungo termine, pur nel rispetto di valori che sin qui hanno fatto del Trentino una terra e una comunità capace e spesso invidiata, e non solo per le risorse di cui dispone. Auspico anche un ruolo propositiv­o da parte della città di Rovereto e di tutti i Comuni lagarini. Svegliamoc­i dunque tutti, indistinta­mente.

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