PIRUBI, L’ECCITAZIONE VENETA E CINQUANT’ANNI DI CHIACCHIERE
«Si sblocca una grande incompiuta...». Così inizia un articolo apparso su «Il Sole 24 Ore» di ieri, dedicato all’autostrada Valdastico. La compagnia spagnola Abertis, titolare attraverso A4 Holding anche del tratto autostradale Brescia–Padova e dei tratti dell’A31 a nord e a sud, nonché delle relative concessioni ottenute dal governo italiano, nelle scorse settimane ha fatto giungere al ministero delle Infrastrutture il progetto definitivo dei 17,8 chilometri autostradali da Piovene Rocchette a Valle d’Astico. Il primo e sin qui più importante investimento di Abertis in Italia, coperto interamente dalla società concessionaria catalana. La risposta del ministero dovrebbe arrivare nella primavera 2018. La ferma volontà degli spagnoli è però di non fermarsi al primo tratto, bensì di concludere l’importante opera autostradale con il collegamento in Trentino con la A22. Il raccordo con l’Autobrennero è ritenuto fondamentale per l’economia del Nord-Est, con una crescita del Pil del Triveneto del 2% all’anno nei dieci anni successivi alla conclusione dei lavori. E il Trentino cosa fa? Da anni, troppi anni, la nostra politica locale si è sempre opposta all’opera. Per questioni di sostenibilità economica e ambientale, per una scelta teorica in favore della ferrovia, per timori di un’invasione economica veneta. Opinioni rispettabili, ma facilmente smontabili. La sostenibilità economica sarebbe garantita interamente da denari spagnoli, quella ambientale dai notevoli progressi della tecnologia nella costruzione di gallerie (vedi ad esempio quella vicina a noi di Martignano ) e di smaltimento dei fumi. La ferrovia è competitiva sulle lunghe tratte, quali il Tav ad alta capacità ad esempio. Nel trasporto delle merci sui percorsi brevi la gomma rimarrà sempre più competitiva. Per quanto riguarda il timore di un’invasione economica veneta, ciò non potrà che essere positiva per noi consumatori, ma pure per possibili nuovi insediamenti produttivi, di cui abbiamo molto bisogno sia ora sia in futuro, specialmente in Vallagarina. Il Trentino avrà il coraggio e la determinazione di farsi protagonista di questa opportunità storica? Saprà affrontare il necessario confronto con il governo, con Abertis e con il Veneto con lungimiranza e responsabilità? C’è bisogno di una visione di lungo termine, pur nel rispetto di valori che sin qui hanno fatto del Trentino una terra e una comunità capace e spesso invidiata, e non solo per le risorse di cui dispone. Auspico anche un ruolo propositivo da parte della città di Rovereto e di tutti i Comuni lagarini. Svegliamoci dunque tutti, indistintamente.