ALTRO SEGNALE DI DIFFICOLTÀ
Mattarellum, Porcellum, Consultellum, Tedeschellum, Rosatellum, Rosatellum bis: sfido il lettore a mettere ordine nelle leggi e nelle proposte di legge elettorale di cui si è discusso negli ultimi anni. Tralasciando le considerazioni sull’uso maccheronico del «latinorum», un unico elemento accomuna tutti i diversi progetti: quello di assomigliare a opere di bricolage istituzionale.
Giovanni Sartori, il compianto esperto di sistemi elettorali e di partito, era uso sostenere che non di bricolage la politica (e la scienza politica) deve occuparsi ma di ingegneria. Un suo famoso libro, infatti, si intitolava «Ingegneria costituzionale comparata» e cominciava così: «All’inizio c’è come un popolo viene fatto votare». Ciò per dire che, al di là del tono vacuo e vuoto assunto ormai dalla discussione in Italia, i sistemi elettorali in una democrazia rappresentativa sono fondamentali. Invece, qui da noi, i bricoleurs cercano confusamente di assemblare i materiali che hanno a disposizione sulla base di presunte convenienze, senza una visione di insieme del sistema politico, senza un respiro di lungo raggio. I sistemi elettorali, tuttavia, sono importanti, perché sono meccanismi di trasformazione dei voti in seggi e perché determinano se gli elettori scelgono i partiti o i candidati. La discussione sul sistema elettorale, insomma, dovrebbe preoccuparsi di dove si vuole portare l’Italia, quale tipo di legittimità si pensa di dare al parlamento, come contrastare la crisi dei partiti. Poco o nulla di tutto ciò, invece, pare attraversare le diverse proposte, interessa valutare la presunta costituzionalità del nuovo sistema elettorale anziché interrogarsi sui suoi effetti. E rimane inevasa una fondamentale domanda: sapendo che è molto difficile (se non impossibile) tenere assieme le necessità di rappresentanza e di governabilità, quale delle due vogliamo privilegiare?
Non stupisce che in un simile contesto anche la discussione sui candidati trentini venga portata avanti in modo astratto, con l’obiettivo più di mandare segnali alle coalizioni che di rispondere a esigenze reali. Non dovrebbe essere così, considerato il fatto che uno dei compiti principali è la scelta dei candidati (quindi della classe dirigente). L’avvilupparsi quindi della discussione sulle candidature registrato in contemporanea con la presentazione in commissione parlamentare della nuova proposta di legge (che forse mai vedrà la luce, come ci insegna l’esperienza) è un altro indicatore della difficoltà dei partiti oggi.