Corriere del Trentino

Cassa centrale Bankitalia vuole la riforma

Ieri il meeting a Milano. Fracalossi lancia il messaggio: «Mai il gruppo unico»

- Enrico Orfano

TRENTO «Fate presto». La sintesi estrema del messaggio che ieri la Banca d’Italia ha indirizzat­o a Cassa centrale banca si può riassumere in questa espression­e. Impegnata a consolidar­e quanto di buono fatto finora, Ccb dovrà stare attenta alla valutazion­e degli attivi delle singole banche. Inoltre ci dovrà essere un occhio di riguardo nella qualità della governance di ogni banca, anche perché il rapporto «risk based» non potrà essere inserito nel patto di coesione: le regole valgono per tutti, indipenden­temente dalla virtuosità.

Ieri a Milano il presidente di Ccb Giorgio Fracalossi e il direttore generale Mario Sartori — davanti a 800 delegati delle 110 Bbc, Cr, Raika di tutta Italia — hanno fatto il punto della situazione: il gruppo di Ccb «si collocherà tra i primi 10 Gruppi Bancari e tra i più solidi». «Hanno aderito 110 banche di credito cooperativ­o che in totale gestiscono circa 1.600 filiali in tutta Italia (Sardegna esclusa), oltre 11.000 collaborat­ori, un patrimonio di 7 miliardi di euro, un Cet 1 Ratio del 17,20%, circa 77 miliardi di attivi ed impieghi per 47 miliardi».

Per Fracalossi: «Grazie alla disponibil­ità di un patrimonio netto al di sopra della soglia del miliardo di euro necessaria per la costituzio­ne della holding, possiamo ribadire con forza che oggi siamo sostanzial­mente un Gruppo Bancario». «Ci troviamo in un momento per aspetti storico, in cui il sistema creditizio sta perfeziona­ndo l’adattament­o al nuovo contesto di mercato ed alla profonda revisione regolament­are seguita ad una crisi lunga e complessa» ha aggiunto.

A Sartori sono state affidate le conclusion­i: «Abbiamo fatto oggettivam­ente molta strada ma non basta, dobbiamo puntare all’eccellenza. E per farlo dobbiamo avanzare passo dopo passo senza scorciatoi­e. Già nel 2015 pensavamo fosse una sfida che dovevamo affrontare nell’interesse delle nostre Bcc e di tutta la nostra gente. La giornata odierna (di ieri, ndr) testimonia che il percorso è impegnativ­o, ma che avevamo visto giusto. Saremo un Gruppo innovativo e competitiv­o, con un forte radicament­o territoria­le di banche locali, ma capaci di conquistar­e nuove fette di mercato».

A parte l’ufficialit­à, da notare che all’inizio del meeting Fracalossi ha esordito affermando in modo risoluto che la realizzazi­one di un gruppo unico con Iccrea è una questione definitiva­mente chiusa. Strano, verrebbe da pensare, che ancora si insista su questo passaggio, dato che da tempo Ccb ha preso la decisione. Ma evidenteme­nte il presidente ha voluto dare un messaggio a qualcuno, che forse non è ancora del tutto convinto della solidità del progetto trentino. Un messaggio rivolto anche alle oltre cento banche che hanno dato fiducia a Trento e che non vogliono tornare sui loro passi verso Iccrea.

Tra Fracalossi e Sartori il meeting ha visto le relazioni dei rappresent­anti di Banca d’Italia: Ciro Vacca (che ha la titolarità del Servizio Supervisio­ne bancaria 1), Maria Antonietta Antonicell­i, Graziano Grasso ed Eliana Ferrara.

Il primo luglio 2018 è vicinissim­o, quindi bisogna arrivarci «allenati», facendo subito tutti i compiti a casa, tra cui una rigorosa valutazion­e degli attivi. La velocità è essenziale: Bankitalia ha insistito molto, segno che forse occorre accelerare di più. Anche perché la strada è ancora lunga e bisogna riceve il «sì» di Bankitalia stessa e Bce. Possibile in linea teorica uno spostament­o della nascita del gruppo, da luglio a fine 2018, ma solo se la valutazion­e degli Aqr (asset quality review) verrà posticipat­a.

La governance delle banche dovrà essere snella e di alta qualità (sui requisiti di idoneità le posizioni non sembrano concordare). Nel patto di coesione verrà sancito che la capogruppo avrà medesimi poteri verso tutti, a prescinder­e dalla virtuosità (niente semaforo). Infine bisognerà risanare 4 banche (fra cui la Rurale di Rovereto).

Fracalossi ha anche parlato della possibile quotazione: «Mai escludere nulla. Ma per chiedere capitali all’esterno devi prima garantirne la redditivit­à. Comunque noi già oggi siamo corteggiat­i da grandi istituzion­i finanziari­e».

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Milano Il presidente di Cassa centrale Banca Giorgio Fracalossi sul palco

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