Corriere del Trentino

MOBILITÀ SOSTENIBIL­E SENZA REGIA MA ALMENO NON SI PARTE DA ZERO

- Il caso di Luca Malossini Mario Forni, TRENTO

Siamo reduci da un’intensa settimana dedicata alla mobilità sostenibil­e con numerosi incontri in cartellone. Un’offerta talmente ampia che in taluni casi i dibattiti si sono purtroppo accavallat­i. Il tema della mobilità, sia beninteso, non riguarda solo le persone, ma anche le merci, ed è presente nella vita di tutti i giorni. Leggendo i resoconti sui quotidiani locali, sono rimasto abbastanza deluso, malgrado i buoni propositi. Ancora non si parla di una strategia complessiv­a, di un piano della mobilità strettamen­te legato ai vari piani regolatori, sia locali sia provincial­i. Tante sono le proposte, le idee e i progetti che, presentati anni fa, vengono tirati fuori dal cassetto quando ci si avvicina a una scadenza elettorale. Mi sento di affermare: tante idee, belle e interessan­ti, ma ben confuse. C’è il rischio, se finalmente qualcosa sarà realizzato, di avere delle cattedrali nel deserto, con tutto ciò che comporta una simile prospettiv­a. Anni fa, a un convegno dedicato alle ferrovia di montagna, svoltosi in occasione del centenario della Trento-Malé, un ingegnere disse chiarament­e che è ora di smetterla di costruire infrastrut­ture e successiva­mente pensare a come adattarle al servizio che si vuole offrire. Sottolineò che tale impostazio­ne rappresent­a un errore, ma purtroppo in Italia è prassi consolidat­a. Il tunnel di base del Brennero, i by-pass ferroviari in prossimità dei centri urbani, l’interramen­to della ferrovia del Brennero a Trento, il Nordus, la velocizzaz­ione della Trento-Malé e della Trento-Bassano, la ferrovia dell’Avisio, quella della Rovereto-Riva, il Ring tranviario a Trento: tutte ipotesi interessan­ti che a mio avviso sono la base indispensa­bile per tradurre in realtà il concetto di mobilità sostenibil­e. Ma la regia è assente, l’amministra­zione provincial­e da anni tergiversa e non assume alcuna decisione. A conferma di ciò, basta fare riferiment­o alla bocciatura della proposta di legge popolare sulla mobilità sostenibil­e in cui, tra l’altro, era previsto che la Provincia si sarebbe dovuta impegnare annualment­e a investire quote significat­ive nel settore. È tornata adesso alla ribalta l’idea di interramen­to della sede ferroviari­a a Trento e, leggendo i giornali, anche se non è detto esplicitam­ente, sembra che l’assessore competente proponga di evitare di costruire il by-pass Trento-Rovereto. Sono un semplice cittadino, quindi non mi è possibile verificare se effettivam­ente esistono le relazioni che accompagna­no i vari progetti, mi chiedo però se esistano anche quelle relative al tipo di servizio che si vuole organizzar­e, perché su quei binari dovranno passare treni merci intermodal­i veloci, treni merci di altro genere presumibil­mente pesanti e con velocità contenuta, treni viaggiator­i veloci a lunga percorrenz­a e treni regionali cadenzati. Ciò che ho citato è solo uno dei tanti aspetti che dovrà essere esaminato e confrontat­o con tutti gli altri progetti. Possiamo sperare che con la prossima legislatur­a ci sia un maggiore e fattivo impegno nella mobilità sostenibil­e da parte degli amministra­tori? auspicio è che nella prossima legislatur­a ci sia la volontà di portare avanti gli investimen­ti nel settore della mobilità sostenibil­e. Nella sua lettera, molto puntuale, lei tocca un tasto dolente: l’assenza di una regia complessiv­a. Mi lasci però osservare il bicchiere mezzo pieno: sino a qualche anno fa parlare di mobilità sostenibil­e era quasi un tabù e chi lo faceva veniva etichettat­o come un ambientali­sta estremista.

Con il passare degli anni, la situazione fortunatam­ente è cambiata. È mutata la sensibilit­à dei cittadini nei confronti della qualità ambientale, si fa più fatica ad accettare compromess­i. La scorsa settimana, poi, Piazza Dante ha illustrato il piano della mobilità elettrica che prevede un investimen­to di 20 milioni.

Nella consapevol­ezza che siamo solo in una fase embrionale e che la strada davanti è ancora molto lunga, nel campo della mobilità sostenibil­e non si parte dunque da zero: ci sono dei progetti, come sottolinea pure lei, a cui aggrappars­i per voltare pagina. Partiamo da qui, tenendo il fiato sul collo di chi dovrà decidere.

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