MOBILITÀ SOSTENIBILE SENZA REGIA MA ALMENO NON SI PARTE DA ZERO
Siamo reduci da un’intensa settimana dedicata alla mobilità sostenibile con numerosi incontri in cartellone. Un’offerta talmente ampia che in taluni casi i dibattiti si sono purtroppo accavallati. Il tema della mobilità, sia beninteso, non riguarda solo le persone, ma anche le merci, ed è presente nella vita di tutti i giorni. Leggendo i resoconti sui quotidiani locali, sono rimasto abbastanza deluso, malgrado i buoni propositi. Ancora non si parla di una strategia complessiva, di un piano della mobilità strettamente legato ai vari piani regolatori, sia locali sia provinciali. Tante sono le proposte, le idee e i progetti che, presentati anni fa, vengono tirati fuori dal cassetto quando ci si avvicina a una scadenza elettorale. Mi sento di affermare: tante idee, belle e interessanti, ma ben confuse. C’è il rischio, se finalmente qualcosa sarà realizzato, di avere delle cattedrali nel deserto, con tutto ciò che comporta una simile prospettiva. Anni fa, a un convegno dedicato alle ferrovia di montagna, svoltosi in occasione del centenario della Trento-Malé, un ingegnere disse chiaramente che è ora di smetterla di costruire infrastrutture e successivamente pensare a come adattarle al servizio che si vuole offrire. Sottolineò che tale impostazione rappresenta un errore, ma purtroppo in Italia è prassi consolidata. Il tunnel di base del Brennero, i by-pass ferroviari in prossimità dei centri urbani, l’interramento della ferrovia del Brennero a Trento, il Nordus, la velocizzazione della Trento-Malé e della Trento-Bassano, la ferrovia dell’Avisio, quella della Rovereto-Riva, il Ring tranviario a Trento: tutte ipotesi interessanti che a mio avviso sono la base indispensabile per tradurre in realtà il concetto di mobilità sostenibile. Ma la regia è assente, l’amministrazione provinciale da anni tergiversa e non assume alcuna decisione. A conferma di ciò, basta fare riferimento alla bocciatura della proposta di legge popolare sulla mobilità sostenibile in cui, tra l’altro, era previsto che la Provincia si sarebbe dovuta impegnare annualmente a investire quote significative nel settore. È tornata adesso alla ribalta l’idea di interramento della sede ferroviaria a Trento e, leggendo i giornali, anche se non è detto esplicitamente, sembra che l’assessore competente proponga di evitare di costruire il by-pass Trento-Rovereto. Sono un semplice cittadino, quindi non mi è possibile verificare se effettivamente esistono le relazioni che accompagnano i vari progetti, mi chiedo però se esistano anche quelle relative al tipo di servizio che si vuole organizzare, perché su quei binari dovranno passare treni merci intermodali veloci, treni merci di altro genere presumibilmente pesanti e con velocità contenuta, treni viaggiatori veloci a lunga percorrenza e treni regionali cadenzati. Ciò che ho citato è solo uno dei tanti aspetti che dovrà essere esaminato e confrontato con tutti gli altri progetti. Possiamo sperare che con la prossima legislatura ci sia un maggiore e fattivo impegno nella mobilità sostenibile da parte degli amministratori? auspicio è che nella prossima legislatura ci sia la volontà di portare avanti gli investimenti nel settore della mobilità sostenibile. Nella sua lettera, molto puntuale, lei tocca un tasto dolente: l’assenza di una regia complessiva. Mi lasci però osservare il bicchiere mezzo pieno: sino a qualche anno fa parlare di mobilità sostenibile era quasi un tabù e chi lo faceva veniva etichettato come un ambientalista estremista.
Con il passare degli anni, la situazione fortunatamente è cambiata. È mutata la sensibilità dei cittadini nei confronti della qualità ambientale, si fa più fatica ad accettare compromessi. La scorsa settimana, poi, Piazza Dante ha illustrato il piano della mobilità elettrica che prevede un investimento di 20 milioni.
Nella consapevolezza che siamo solo in una fase embrionale e che la strada davanti è ancora molto lunga, nel campo della mobilità sostenibile non si parte dunque da zero: ci sono dei progetti, come sottolinea pure lei, a cui aggrapparsi per voltare pagina. Partiamo da qui, tenendo il fiato sul collo di chi dovrà decidere.