CONCESSIONE AUTOBRENNERO, MANCE ELETTORALI E RICADUTE
Pochi giorni fa Giuliano Pisapia, intervistato al termine dell’incontro con il presidente del Consiglio, indicava come indispensabile , in vista della legge di stabilità, l’assenza di ogni mancia elettorale. Forse non sapeva che poi lo stesso premier avrebbe incontrato i presidenti delle giunte trentina e altoatesina per chiedere un rinnovo trentennale della concessione dell’A22. Un affidamento diretto, senza la gara prevista dalla normativa U e con un’ulteriore eccezione alle previsioni di legge: nelle società pubbliche il controllo esterno spetta al soggetto titolare della concessione (in questo caso lo Stato italiano), mentre l’incontro mirava a ottenere che il controllo stesso venisse affidato agli enti locali. Proprio quelli che sono in buona parte azionisti dell’A22. Tutto ciò assicurerebbe un voto positivo di Svp e parlamentari trentini alla manovra fiscale, in cui le suddette eccezioni saranno inserite . Ricapitolando: Gentiloni, Rossi, Kompatscher e deputati locali stanno negoziando una serie di deroghe alle norme in materia di concorrenza e di gare pubbliche per assegnare un patrimonio pubblico a soggetti che lo gestiranno come un bene privato, e che diventeranno controllori del loro stesso operato, senza la vigilanza esterna prevista in casi simili, ricavandone un profitto e liquidando — con denaro anch’esso pubblico (150-200 milioni di euro) — i soci privati , che ancora detengono circa il 17% della società Autobrennero. Governi amici, che trasformano leggi generali e astratte in provvedimenti personali, inserendole nelle pieghe farraginose delle normative fiscali. Se questo è ciò che si intende per autonomia, probabilmente un ripensamento è più che opportuno. E se questo è lo stato della politica, come stupirsi della disaffezione degli elettori e della democrazia ridotta a un guscio vuoto? svizzeri lo hanno capito da decenni e ne sono molto soddisfatti. Mi stupisce che da noi nessuno se ne sia mai accorto fino a poco tempo fa. Comunque, meglio tardi che mai. Adesso spero che tale iniziativa abbia il successo che merita.
Donalella Lenzi,