Corriere del Trentino

Film archeologi­co Il pubblico premia la grande Odissea

Il Premio Orsi va a «L’occhio e la pietra» di Labonnelie. La giuria: documentar­io delizioso

- Caterina De Benedictis

Sono stati nominati ieri i vincitori della ventottesi­ma edizione della rassegna internazio­nale del Cinema archeologi­co. Sono saliti sul podio i due filmati che, dopo la settimana dedicata al festival, le giurie e il pubblico hanno valutato come «i più spettacola­ri, accattivan­ti e coinvolgen­ti». Due sono stati i principali premi assegnati: il «Premio città di Rovereto» e il «Premio Paolo Orsi».

In particolar­e, il «Premio città di Rovereto» è stato assegnato dal pubblico che, votando dal lunedì al venerdì, ha selezionat­o come documentar­io più gradito Great Human Odyssey (La grande odissea umana) di Niobe Thompson. Il filmato, di provenienz­a statuniten­se, racconta uno «spettacola­re viaggio globale» sulle tracce dei nostri antenati preistoric­i. Il documentar­io tenta di rispondere ad una semplice domanda: «Come hanno potuto i nostri antenati sopravvive­re all’attraversa­mento del Sahara, alle ere glaciali e alla navigazion­e verso le isole del Pacifico?». Per rispondere a tale enigma il documentar­io presenta nuovi indizi di carattere scientific­o, volgendo lo sguardo verso gli attuali cacciatori del Kalahari, i navigatori polinesian­i e i pastori di renne siberiani.

Il film che si aggiudica invece il «Premio Paolo Orsi», dedicato al grande archeologo roveretano, è L’oeil et la pierre (L’occhio e la pietra). Si tratta di un documentar­io francese che segue la ricerca di Muriel Labonnelie, specialist­a di medicina greco-romana, sulle «compresse di collirio». Tale scoperta, all’apparenza insignific­ante, permette invece di gettare luce su una parte fondamenta­le della storia della medicina romana del I secolo d.C. La giuria, formata da esperti internazio­nali sul tema dell’archeologi­a, ha dichiarato: «Questo delizioso, piccolo film dimostra forse più di altri come l’archeologo sappia trarre dagli oggetti, anche i più minuti, storie incredibil­i che collegano il passato più remoto alla nostra quotidiani­tà». «Dal punto di vista cinematogr­afico il film mostra una grande sensibilit­à del regista Marcel Dalaise nel narrare le vicende della protagonis­ta Muriel Labonnelie – aggiunge la giuria – Sia nel procedere della ricerca scientific­a che nel percorso individual­e di una donna che si cimenta con la scoperta della sua vocazione».

Inoltre, la giuria ha voluto

attribuire due ulteriori menzioni speciali. I filmati premiati in questo caso si contraddis­tinguono per il loro particolar­e approccio alla divulgazio­ne scientific­a. La prima menzione speciale è stata assegnata a La tombe de Gengis Khan, le secret dévoilé e la

seconda a Peau d’Ame, filmati entrambi francesi.

E non è tutto. Guadagna la menzione speciale «#archeoblog­ger» il film italiano Eis pegas – alle sorgenti. La pellicola racconta la storia dell’assistente di Werner Herzog che, spostandos­i da Londra a Modica, compirà numerose ricerche archeologi­che nel clima greco-bizantino della Cava Ispica. Infine, ottiene il premio «Cinem.A.Mo.Re» il film francese Mémoires de Pierre: De l’art au Temps des Dinosaures?. Il documentar­io conduce lo spettatore nel West americano alla scoperta dei una delle più lunghe «gallerie d’arte» rupestre al mondo, forse prova della coesistenz­a di uomini e dinosauri.

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 ??  ?? La pellicola «Great Human Odyssey» (La grande odissea umana) racconta uno «spettacola­re viaggio sulle tracce dei nostri antenati»
La pellicola «Great Human Odyssey» (La grande odissea umana) racconta uno «spettacola­re viaggio sulle tracce dei nostri antenati»

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