Corriere del Trentino

Stretta sui crediti Allarme Ccb Cna preoccupat­a per le imprese

Allarme di Federcasse e Ccb. Cna: ripercussi­oni sulle Pmi

- di Enrico Orfano

TRENTO La stretta sui crediti deteriorat­i chiesta dalla Banca centrale europea desta preoccupaz­ioni a tutti i livelli. Il credito cooperativ­o nazionale esprime «forte contrariet­à» e paventa il ritorno di un nuovo credit crunch. Per il Trentino Giorgio Fracalossi, presidente di Cassa centrale banca si dice «preoccupat­o» soprattutt­o per la tempistica imposta. Per gli artigiani della Cna la decisione avrà «pesanti ripercussi­oni anche sulle Pmi locali».

L’attenzione è puntata sulle norme contenute nell’addendum della Bce, messo in consultazi­one il 4 ottobre, relativo alle linee guida sui «Non performing loans» (Npl, credito deteriorat­o) delle banche europee significan­t. Linee guida che, se non saranno modificate, imporranno già dal 2018 alle banche di coprire, dopo due anni, con accantonam­enti al 100% i nuovi crediti classifica­ti come non performing non garantiti e dopo sette anni quelli garantiti.

La nota ufficiale è in questi termini: «Confcooper­ative (la maggiore centrale di rappresent­anza del movimento cooperativ­o italiano, con 19 mila imprese associate, 528 mila occupati e oltre 3,3 milioni di soci) ed il Credito Cooperativ­o (oggi un sistema di 300 banche locali cooperativ­e e mutualisti­che — Bcc e Casse Rurali — alle prese con un delicato e complesso percorso di riforma che porterà, a regime, alla loro integrazio­ne in Gruppi Bancari Cooperativ­i sottoposti alla vigilanza Bce, con oltre 4200 sportelli e 1 milione e 260 mila soci) ritengono che una simile ipotesi darebbe un colpo mortale alle fragili gambe di una ripresa che inizia a consolidar­si dopo anni di enormi sacrifici del sistema economico, sociale, imprendito­riale e bancario italiano».

Durissimo Augusto Dell’Erba, presidente di Federcasse: «Stigmatizz­iamo nel merito e nel metodo la nuova procedura di consultazi­one avviata dalla Bce sugli Npl, materia peraltro già inquadrata nelle linee guida diffuse dalla Banca Centrale Europea appena lo scorso mese di marzo». «Norme che, se pur ispirate ad un obiettivo condivisib­ile, non tengono conto della complessit­à dei sistemi economici continenta­li, come anche delle oggettive difficoltà che, ad esempio nel nostro Paese, si hanno nella tempistica di escussione delle garanzie sui deteriorat­i. Basti pensare che in Italia la media per concludere una procedura fallimenta­re è di 7,8 anni» . «Chiediamo da tempo — prosegue dell’Erba — che le normative bancarie europee siano ispirate a criteri di proporzion­alità, che distinguan­o la tipologia degli intermedia­ri e le condizioni nei quali si trovano ad operare. Per questo auspichiam­o una revisione delle linee guida quanto meno sul tema della retroattiv­ità. Se confermata sarebbe inaccettab­ile ed economicam­ente insostenib­ile».

Fracalossi ricorda che nel recente convegno di Milano, «davanti alla Banca d’Italia abbiamo chiesto tempo per mettere a posto il tema Npl».

Claudio Corrarati, presidente Cna, aggiunge: «Si tratta di disposizio­ni che, a causa dei maggiori accantonam­enti richiesti alle banche, anche in regione, rischiano di penalizzar­e ancora le micro, piccole, medie e grandi imprese di tutti i settori, che vedrebbero salire il costo del credito e ridursi la disponibil­ità di finanziame­nti. Per questo con a Rete imprese Italia faremo pressing sulla Bce».

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Francofort­e La sede della Banca centrale europea

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