«Crisi annunciata, dirigenza irresponsabile»
Pomini attacca i vertici, Alotti ipotizza collaborazione con Dao.Tensioni con la Filcams
TRENTO «Inaccettabile». Il termine sta diventando quasi un mantra, i 116 lavoratori che Sait intende licenziare pesano come macigni. Ma ora, dopo lo scoppio della bomba è tempo di affrontare la situazione e vedere cosa si può fare. Per i lavoratori e per chi, quando doveva, «non ha fatto nulla». Cgil, Cisl e Uil - e relative categorie - nella vertenza che da qui ai prossimi due mesi si andrà ad aprire, per salvare il salvabile, hanno da risolvere due problemi: sedersi al tavolo delle trattative compatte e tutelare i lavoratori. Lorenzo Pomini segretario generale della Cisl getta anche uno sguardo indietro e critica aspramente il percorso intrapreso da Federazione e Sait, percorso che ha portato alla crisi odierna. «La dirigenza ha aspettato troppo per intervenire — dice Pomini — non hanno voluto gestire il dramma che veniva avanti. Hanno chiamato uno da fuori (Luca Picciarelli, ndr) per mettere mano alla situazione». Il dito, quindi, è puntato contro il presidente di Sait, Renato Dalpalù. «Non siamo noi a dover dire che si dovrebbe dimettere — prosegue Pomini — ma la Cooperazione dovrebbe fare una serie riflessioni in merito». Le organizzazioni sindacali, quindi, chiedono che sia l’attuale presidente della Federazione, Mauro Fezzi, ad adoperarsi, a dare un segnale forte. «Perché — precisa Walter Alotti, segretario della Uil — la problematica non è una mera questione del Sait». Per Alotti, la Federazione ha non solo il compito morale di dover agire, ma anche una vera e propria responsabilità. «Non può stare sul monticello — prosegue — deve scendere a risolvere la situazione». In che modo? Ricollocando i lavoratori, ad esempio, all’interno della Federazione. E Alotti tira in ballo Dao, altra cooperativa sotto il cappello della Federazione, che opera in Trentino Alto Adige, Veneto e Lombardia con più di 280 punti vendita e oltre 120 soci, in partnership con Conad. Una cooperativa che invece di licenziare assume, che ha tutti i conti con il segno più e che sta crescendo anche grazie a diverse famiglie cooperative che hanno lasciato Sait per passare da loro. Da tempo si chiacchiera di un’eventuale collaborazione tra Dao e Sait. «Considerato che fanno parte della stessa famiglia allargata — dice ancora Alotti — la Federazione potrebbe incentivare una compenetrazione, si potrebbe ragionare in merito al riassorbimento dei lavoratori in Dao». Franco Ianeselli, segretario generale della Cgil, rimarca« la mancanza di responsabilità» del Sait: «Il numero di licenziamenti conferma la mancata volontà di ridurre l’impatto sociale della riorganizzazione aziendale. Il sindacato continuerà a mobilitarsi e a lottare per modificare questa volontà, sia sul numero degli esuberi sia sulle indispensabili azioni di riqualificazione dei lavoratori».
E qui si aggancia l’altro tema, quello della compattezza sindacale. Cisl e Uil auspicano una unicità di azioni e visioni «una sintesi» la chiama Pomini, «un confronto unitario» Alotti. Non è piaciuta la fuga in avanti di qualche giorno fa della Filcams Cgil quando, con un’ottantina di lavoratori Sait, ha incontrato il presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti e una decina di consiglieri. Roland Caramelle, segretario Filcams taglia corto: «Servono azioni forti. Serve un coinvolgimento anche della politica. I miei interlocutori sono i lavoratori».