Foibe, targa distrutta L’Anpi: atto demenziale
Condanna dell’Anpi. Rossi: atto di ignoranza
Unanime e durissima la condanna dell’ennesimo gesto vandalico alla targa dedicata alla memoria delle vittime delle foibe in largo Pigarelli, incendiata. «Un gesto demenziale», commenta il presidente dell’Anpi, Mario Cossali.
TRENTO È unanime e durissima la condanna dell’ennesimo gesto vandalico alla targa dedicata alla memoria delle vittime delle foibe in largo Pigarelli. Questa volta i vandali hanno usato il fuoco per incendiare la targa, quest’anno già finita per ben tre volte nel mirino dei «solti ignoti». «Nel 2016 era stata anche rubata» ricorda il presidente dell’Anpi, Mario Cossali, che parla di «atti demenziali di tipo seriale che non appartengono alla sfera del conflitto politico anche più estremo».
Gli investigatori della Digos sono al lavoro insieme agli agenti della polizia locale, sono stati acquisiti i filmati delle telecamere di videosorveglianza nel tentativo di trovare elemeni utili alle indagini. «Esaurita la fase investigativa — fa sapere il Comune — si provvederà a ripristinare la targa». Ieri c’erano due pattuglie di carabinieri e polizia a presidiare il cippo. Gli investigatori sono al lavoro, ma il nuovo atto di vandalismo infiamma politici e cittadini. «È un gesto dettato dall’ignoranza» commenta il presidente Ugo Rossi. «Ogni atto di vandalismo — continua — è da condannare ma quando prende di mira simboli importanti del dolore collettivo lo è ancora di più». «Questi gesti non hanno nulla a che vedere con il sentire dei trentini» commenta il presidente del consiglio provinciale Bruno Dorigatti che non nasconde un po’ di preoccupazione. «Non vanno sottovalutati gli effetti sul clima generale» dice. Parole dure arrivano anche da Fratelli d’Italia n Trentino e Casa Pound che parlano di un «gesto vile e oltraggioso», mentre Agire per il Trentino chiede al comune di Trento di «trovare una sistemazione migliore per posare una lapide ben visibile e controllabile».
Sul caso interviene anche la parlamentare e coordinatrice regionale di Forza Italia che parla invece di «un atto politico, frutto del clima di odio che va avanti da decenni».