Bilancio, «regalo» da 105 milioni L’ultima manovra sarà senza tagli
Un fine legislatura senza tagli: 220 milioni di pagamenti immediati ai fornitori
Una manovra di bilancio senza tagli. Il 2018, l’ultimo anno della legislatura, non sarà di sacrifici. Ieri Ugo Rossi ha illustrato alla sua maggioranza i cardini di un bilancio che, diversamente da quanto previsto appena venti giorni fa, non cala rispetto all’anno scorso: nelle nuove tabelle, sono infatti spuntati 105 milioni di euro in più.
TRENTO Spuntano 105 milioni in più alla voce entrate del bilancio di previsione 2018. Altri 61 dalle «partite di giro». Il risultato è che la manovra del prossimo anno conterà 4 miliardi 733 milioni di entrate, per un totale (con partite di giro e accantonamenti) di 5 miliardi e 319 milioni, perfettamente in linea con la manovra dello scorsoi anno (4 miliardi e 732 milioni di entrate). In altre parole, la manovra dell’ultimo anno della legislatura sarà senza tagli.
Le tabelle datate 13 ottobre e distribuite nelle scorse settimane agli assessori erano meno ottimistiche. Le entrate ammontavano a 4 miliardi e 627 milioni. Non solo: vi compariva anche una tabella poi scomparsa che forniva la tradizionale suddivisione della spesa in corrente e investimenti. La prima voce era in crescita di 66 milioni (da 3 miliardi e 207 milioni a 3 miliardi e 273 milioni). Un amento — spiegavano dagli uffici — imputabile principalmente alla crescita dei costi sanitari. In netto calo, invece, risultavano le risorse per investimenti passate da 1 miliardo e 84 milioni del 2017 a 970 milioni come previsione per il 2018.
L’unica traccia rimasta di quella tabella è un commento a margine del presidente Ugo Rossi: «Bisogna smetterla col mantra della spesa corrente come negativa. Il piano di potenziamento dei trasporti pubblici che abbiamo deciso di avviare nè una spesa virtuosa». A riprova di una amministrazione virtuosa, Rossi riporta anche un altro dato. «Al netto del rinnovo contrattuale, in questa legislatura il costo per il personale della Provincia è calato del 4%».
Non è chiaro come mai in venti giorni — dal 13 ottobre al 3 novembre — il bilancio di previsione 2018 sia cresciuto di oltre 100 milioni. Ciò che è certo è che questo garantirà una manovra — presentata ieri in maggioranza — senza tagli e con qualche novità.
Una di queste — ma imputabile al venir meno del patto di stabilità con lo Stato — è la possibilità di accedere finalmente a una cospicua cassa: a inizio 2018, la Provincia pagherà 220 milioni di arretrati ai fornitori; nel 2017 ne aveva pagati 110, la metà. Un’iniezione di liquidità e di fiducia nell’economia locale. Nessun settore resterà a secco. Per la ricerca di fondazione Mach ed Fbk 69 milioni. All’Università di Trento andranno 130 milioni. Per la promozione turistica 47 milioni e 3,3 per ristrutturare i rifugi. Per l’agricoltura sostenibile, in primis le nuove colture, arrivano 5 milioni, 7 per gli investimenti in materia di infrastrutture irrigue. Alle ristrutturazioni domestiche 14 milioni, 20 per gli abbellimenti, rigorosamente con materiali locali, dei centri storici. Al risparmio casa delle giovani coppie 10 milioni, ma stop all’abbattimento dei tassi sul mutuo, visti gli attuali tassi di mercato. Si torna a finanziare (25 milioni) la messa in sicurezza del territorio. Per la cultura, pronti circa 50 milioni di euro. Chi dovesse temere che in questo anno pre-elettorale si largheggerà per trovarsi all’asciutto nel 2019, stando ai calcoli di Piazza Dante, può ricredersi: nei prossimi anni non sono previsti catastrofici tonfi delle entrate. «Lo dobbiamo a una tendenza macroeconomica positiva — spiega Rossi — e al fatto che dal prossimo anno verranno meno, insieme agli arretrati, anche 180 milioni l’anno di riserve all’erario (soldi del gettito trentino trattenuti da Roma extra criterio dei 9/10, ndr)».
Non sono previste riduzioni di spesa per ricerca e Università. Per la salvaguardia del territorio 25 milioni