«Lavoro, investire ancora in conoscenza»
Documento unitario di Cgil, Cisl e Uil su fiscalità, welfare e contratti
TRENTO Mentre la maggioranza discute di come allocare le risorse dell’ultima manovra della legislatura, Cgil, Cils e Uil cercano di non arrivare a cose fatte e inviano alla giunta l’elenco dei desiderata per il 2018. Si parte, come priorità delle priorità, dagli stanziamenti sulla conoscenza.
«È — affermano i segretari Franco Ianeselli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti — la leva fondamentale per uno sviluppo duraturo, sostenibile e di qualità. Istruzione, alta formazione universitaria, ricerca e trasferimento tecnologico debbono essere il fulcro di una strategia che punta alla qualificazione del capitale umano come strumento indispensabile a traghettare il Trentino verso i nuovi assetti produttivi». Sulla fiscalità, i dubbi dei confederali sui generosi tagli Irap alle imprese sono noti. «Chiediamo — dicono — un puntuale coinvolgimento nella definizione dei meccanismi di sussidio alle imprese tramite il credito di imposta, nonché l’avvio di una compiuta analisi degli effetti dell’ingente riduzione fiscale di cui godono le imprese locali». Il messaggio è chiaro: accettiamo una scelta che non condividiamo, almeno non in toto, ma non escludeteci dalla definizione dei dettagli. Il capitolo sul lavoro è ovviamente il più corposo. «Riteniamo ancora insufficienti — è la premessa — gli investimenti sul fronte delle politiche attive del lavoro e dei servizi per l’impiego». Rafforzamento di Agenzia del lavoro e della formazione continua degli adulti, revisione degli ammortizzatori sociali provinciali a fronte della soppressione dell’Asdi sono alcune delle richieste. In particolare, sul reddito di attivazione si chiede di puntare «a riconoscere la capacità delle persone disoccupate di restare attive sul mercato del lavoro, attraverso adeguativi incentivi anche monetari».
In merito al fiorire di forme di lavoro giovanile non retribuito, dall’alternanza scuola lavoro agli stage in azienda, Cgil, Cisl e Uil giudicano «indispensabile il coordinamento delle politiche per l’occupazione dei giovani da parte di Agenzia del lavoro», in modo che l’attenzione resti sui giovani e non sui datori di lavoro in cerca di manodopera a basso costo. Parole positive, sul fronte del welfare, pere l’assegno unico. «Il passo successivo, a nostro avviso, è rappresentato da una manutenzione dell’indicatore Icef, indicizzandolo all’inflazione». Si chiede poi di «rafforzare le politiche abitative». Sul fronte della contrattazione aziendale, i sindacati chiedono alla Provincia di non restare «soggetto passivo». Da ultimo, ma non per importanza, i confederali chiedono di «chiudere positivamente i tavoli negoziali aperti nel settore pubblico allargato»: enti locali, sanità, personale docente, società partecipate, formazione professionale paritaria, lavori socialmente utili.