La strada di Tonini
Alcide Degasperi, in una lettera inviata a Ernesta Bittanti, definì i trentini «milites confinari» dell’Italia. Era il tempo in cui il partito che il leader trentino guidava, la Dc, sfiorava nel Paese la maggioranza assoluta, e nel Trentino la superava largamente. Oggi la partita che si apre, quella della revisione profonda dell’assetto europeo, impone una diversa attenzione, rispetto al passato, delle questioni regionali.
Gli Stati nazionali, cedendo sovranità verso le Regioni, dovranno di necessità rivedere i propri assetti interni e i rapporti transfrontalieri, specie riguardo le numerose aree mistilingue del continente. È in tale contesto che vanno viste anche le due comunità, tirolese e trentina, sottoposte a non poche tensioni lungo i due secoli che hanno segnato l’avvento degli Stati nazionali, e oggi nuovamente attraversate a Salorno da una faglia che spinge il Trentino verso il Sud del neoregionalismo italiano e il Tirolo verso un Nord mitteleuropeo chiuso nel «sacro egoismo» del benessere per pochi. La risposta, nell’interesse delle due comunità, deve essere quella di rilanciare l’unione federale dei popoli europei. Come sostenne Altiero Spinelli nel suo ultimo intervento a un convegno federalista romano, «la porta dell’Europa è aperta, dobbiamo semplicemente attraversarla». A sud delle Alpi, manca un soggetto