Corriere del Trentino

«Elezioni, candidati fuori dai partiti»

Bozzarelli (Pd) boccia le scelte ristrette e lancia l’associazio­ne «Domani»

- Di Stefano Voltolini

«Prima di parlare di nomi penso occorra fare una valutazion­e sugli uscenti e gli aspiranti ed estenderla fuori dalla cerchia del partito. Mi riferisco a persone che vengono dai vari mondi sociali». Questa la prospettiv­a di Elisabetta Bozzarelli (Pd) in vista delle elezioni politiche. Che avverte: «Serve una vera partecipaz­ione. Invece con l’avvicinars­i delle elezioni vediamo gli incontri tra pochi».

TRENTO Aprire le candidatur­e per politiche a persone esterne ai partiti in modo da praticare davvero quella «rigenerazi­one» del centrosini­stra autonomist­a auspicata, fra gli altri, da Lorenzo Dellai. Elisabetta Bozzarelli lancia la proposta valida fin da subito per le prossime elezioni nazionali. «Riapriamo il gioco dell’alleanza» afferma Bozzarelli che plaude al successo della proposta territoria­le — rilanciata da Giorgio Tonini e sulla quale ha aperto Tiziano Mellarini — e assieme ad altri lavora a uno degli stimoli per la maggioranz­a: l’associazio­ne «Domani» che si presenterà il 2 dicembre alle 10 al cinema Astra. Partecipan­o Mario Raffaelli, Tommaso Iori, Vera Rossi, Cristina Frassoni. C’è interesse, pare, anche da esponenti della maggioranz­a. Da Luigi Olivieri, ad esempio.

Sul Corriere del Trentino di venerdì scorso Giorgio Tonini suggerisce la creazione di «forza confederat­a al Pd nazionale» da formare assieme a Upt e civiche, come evoluzione del patto «dem-popolari». La proposta territoria­le però viene dalla minoranza. La maggioranz­a se ne è appropriat­a?

«Ne sono felice. Alla territoria­lità credevo davvero e lo stesso altri insieme a me. Non abbiamo rivendicat­o nulla né vogliamo farlo. È importante invece dare sostanza alle dichiarazi­oni a favore della territoria­lità, andare oltre il binomio Pd-Upt. Il Trentino è ricco di competenze, i partiti e la coalizione devono saperle intercetta­re. Inoltre, devono interpreta­re correttame­nte l’astensione che è un vero messaggio dei cittadini».

Non si può liquidare la disaffezio­ne come disimpegno?

«Assolutame­nte no. Il non voler prendere parte alle elezioni è una scelta. Non è dire sempliceme­nte non ho voglia di votare. La diffidenza è diffusa in tutta Europa, persino in Norvegia. In Italia la fiducia nei partiti è calata ancora, soprattutt­o fra i giovani, lo dice l’ultima indagine Ipsos. E il processo di disinterme­diazione coinvolge sindacati e associazio­ni di categoria».

Un panorama desolante. Come se ne esce?

«Nel nostro Trentino non credo ci sia un problema di offerta politica, semmai il problema è incrociarl­a con l’effettiva domanda. Servono nuovi paradigmi, a partire da una vera partecipaz­ione. Invece con l’avvicinars­i delle elezioni politiche vediamo gli incontri fra pochi».

Allude alle trattative tra i segretari per le candidatur­e sui collegi di Camera e Senato?

«Sì. Io credo che andrebbe cambiato il metodo per trovarsi e per costruire il programma di coalizione. Quello che vorrebbe la parte politica che rappresent­o è ricoltivar­e la nostra anomalia di centrosini­stra autonomist­a trentino, cogliere i bisogni delle persone e dei territori».

Riguardo ai candidati, in casa Pd si è parlato di Michele Nicoletti, per un bis, Elisa Filippi, Alessandro Olivi, Lucia Maestri, Donata Borgonovo Re. Cosa pensa di questi nomi e di quello di Tonini, disponibil­e «se lo chiederà il partito»?

«Prima di parlare di nomi penso occorra fare una valutazion­e sugli uscenti e gli aspiranti ed estenderla fuori dalla cerchia ristretta del partito, così come dell’alleanza. Mi riferisco a persone che vengono dai vari mondi sociali e che coltivano l’anomalia. Sarebbe l’occasione di riaprire il gioco della coalizione».

I critici potrebbero dire che anche la minoranza Pd vuole piazzare qualcuno fra i candidati. È così?

«Tutt’altro. C’è davvero l’esigenza di rinnovare il centrosini­stra. Si può iniziare a parlarne con l’Upt con cui abbiamo un rapporto privilegia­to e pensando a uno, due nomi, non tutti».

Che appuntamen­to sarà quello del 2 dicembre per l’associazio­ne Domani, lanciata e poi rimasta in standby?

«Non siamo stati fermi, abbiamo lavorato anche con momenti non pubblici, ma di incontro. Il nostro riferiment­o è il Pd, senza ambivalenz­e. Il segretario Gilmozzi e la presidente Borgonovo Re sono costanteme­nte informati. Presentere­mo tante persone che si sono interessat­e. In tanti votano Pd e magari non se la sentono di prendere la tessera perché lo reputano un metodo vecchio, ma vogliono dare il proprio contributo per gli altri».

Bisogna cambiare metodo per costruire il programma e ricoltivar­e l’anomalia Il 2 dicembre presentere­mo le tante persone interessat­e a Domani

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Minoranza Elisabetta Bozzarelli è consiglier­a comunale del Pd Aveva sfidato Gilmozzi per la segreteria dem

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