Corriere del Trentino

UNA CAUTELA NECESSARIA

- Di Giovanni Pascuzzi

La vicenda della piccola Sofia (deceduta per aver contratto la malaria) è ritornata alla ribalta della cronaca nazionale. Secondo il Corriere della Sera «dalle prime indiscrezi­oni sui risultati delle analisi compiute dai consulenti tecnici per conto della Procura di Trento emergerebb­e che il ceppo del parassita malarico che l’ha contagiata corrispond­e a quello identifica­to in due bimbe del Burkina Faso, ricoverate a Trento quella stessa settimana. Prende corpo, quindi, l’ipotesi che a causare l’infezione sia stato il tragico errore di un sanitario».

La ministra della Sanità ha dichiarato all’Ansa: «Possiamo escludere assolutame­nte che la malaria sia stata presa in un contesto esterno all’ospedale di Trento. Questo mi sembra un conforto perché vuol dire che non abbiamo ceppi di zanzare che sono vettori malarici. Da un certo punto di vista siamo tutti più sicuri». La Procura di Trento afferma però di non aver ancora ricevuto nulla dai periti nominati, mentre i vertici dell’azienda sanitaria sostengono che tutti i protocolli sono stati rispettati (quindi viene esclusa la possibilit­à dell’uso scorretto di un ago, come invece adombrato dalle anticipazi­oni di stampa).

Forse conviene invitare tutti alla prudenza. La ministra sembra soddisfatt­a di poter addossare la responsabi­lità sul nosocomio del capoluogo al punto da dare per scontato che «le autorità competenti interverra­nno sull’ospedale di Trento nel modo più consono e appropriat­o possibile». La ministra emette già una sentenza inappellab­ile, e cade in una fallacia logica: il fatto che sia identico il ceppo malarico che ha colpito Sofia e le bimbe del Burkina Faso non comporta come conseguenz­a necessaria che non ci siano in Italia zanzare in grado di trasmetter­e la malaria. Si tratta di errori di ragionamen­to che nella logica deduttiva prendono il nome di «non sequitur» ovvero di «ignoratio elenchi».

Sarebbe bene attendere i risultati definitivi delle inchieste. Anche perché occorre sapere non solo come Sofia abbia contratto la malaria, ma anche perché per lei (a differenza delle altre bimbe ammalatisi) l’esito sia stato infausto: hanno inciso condizioni particolar­i del soggetto o altre cause, come ad esempio un ritardo nella diagnosi? Nel frattempo sarebbe bene evitare di istruire processi sommari e di considerar­si sicuri abbassando la guardia nei confronti di tutti i possibili agenti portatori della malattia (zanzare comprese).

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