Riscossione tasse Comune virtuoso Un neo: le multe
Andreatta: «Comunità virtuosa». Le multe sono la partita più critica
Il Comune di Trento ha riscosso l’anno scorso il 99,5% dei tributi, risultando il più virtuoso fra un centinaio di municipi italiani. La partita più critica è quella delle multe, con solo il 58,5% del dovuto incassato.
TRENTO Se a Roma l’anno scorso è entrato in cassa solo un quarto delle multe comminate dal Comune per violazione del codice della strada e per gli abusi nella collocazione dei tavolini di bar e ristoranti e Napoli, secondo la Corte dei conti, ha «una strutturale incapacità di riscossione» delle tasse, Trento pare essere il paradiso: dei 40,2 milioni di euro di imposte che avrebbe avuto il diritto di riscuotere nel 2016 ne ha effettivamente incassati 40, ovvero il 99,5%. Una cifra che si traduce nel primo posto in Italia secondo la classifica stilata da Il Sole 24 ore di domenica. Trentini virtuosi, certo, ma a supportare questo dato c’è anche dell’altro.
Come spiega Franca Debiasi, dirigente del servizio risorse finanziarie del Comune di Trento, parlare di tributi per il capoluogo significa fare riferimento esclusivamente all’Imis, che dal 2015 ha sostituito Imu e Tasi: «Non c’è l’addizionale Irpef, che il Comune ha scelto di non applicare e che invece potrebbe essere presente in altre realtà — precisa — e che ha modalità di riscossione diverse rispetto all’Imis che viene versata in autoliquidazione». La classifica del Sole, invece, tiene di conto di tutti i parametri (Imu, Tasi, addizionale Irpef e proventi assimilati). Insomma, trentini virtuosi, certo, ma gli inciampi della riscossione, nel capoluogo, incidono meno che in altri municipi della penisola. Ciò non toglie, naturalmente, che i cittadini di Trento siano ligi nel rispettare le scadenze tributarie: «Nessuno paga le tasse volentieri, ma lo si fa con maggiore consapevolezza e predisposizione quando si vede che i propri soldi sono usati bene — commenta il sindaco Alessandro Andreatta — siamo tra i primi in Italia per asili nido, raccolta differenziata, edilizia scolastica, impiantistica sportiva: una comunità che riceve molto in termini di servizi credo sia anche più stimolata a pagare le tasse». Ma non è tutto: «Penso, tuttavia, sia una caratteristica insita virtuosamente nella comunità trentina — aggiunge Andreatta — che generalmente rispetta le leggi e percepisce il pagamento delle tasse come una necessaria partecipazione alla vita della comunità».
Meno virtuosa, tuttavia, Trento quando si tratta delle multe, stradali e non: nelle casse del Comune l’anno scorso sarebbe entrato solo il 58,5% di quanto dovuto (2,2 milioni di euro anziché 3,8). «A incidere sul dato sono le multe diverse da quelle stradali» secondo il comandante della Polizia locale Lino Giacomoni. «La presenza di soggetti che non pagano le multe è quasi fisiologica — aggiunge Debiasi — da un lato perché magari si tratta di persone non residenti a Trento, che in città circolano solamente e dunque è più difficile rintracciare». Dall’altro perché entra ancora una volta in gioco il meccanismo della riscossione: «Rispetto all’Imis, la classica imposta patrimoniale, per la quale gli strumenti di riscossione sono più semplici — spiega la dirigente — per le multe il meccanismo è più complesso: c’è l’attività di notifica, la richiesta di incasso, la messa in mora, tutte attività gestite da Trentino riscossioni». Che rendono, dunque, gli introiti più complessi.
Il Sole 24 ore, infine, piazza Trento al ventottesimo posto su 104 Comuni considerati per quanto riguarda la percentuale di riscossioni delle entrate da servizi pubblici (come gli asili nido, 2,5 milioni di euro circa a Trento), degli affitti e della vendita di beni dell’ente: dei 24,4 milioni di euro cui l’amministrazione avrebbe avuto effettivamente diritto dagli accertamenti, nelle casse del capoluogo ne sono entrati 18,9 secondo le elaborazioni effettuate dal quotidiano sui certificati di conto consuntivo del 2016 (il 77,4%).