Corriere del Trentino

Tossicodip­endenze, il 40% è sommerso

Meina (Aft): «Serve una rete di protezione». Pendolari della droga: viaggi domenicali dalle valli

- D. R.

TRENTO Arrivano a flotte, ogni domenica. C’è chi prende la corriera, altri il treno e chi preferisce raggiunger­e il capoluogo con la macchina. Sono i pendolari della droga. «C’è tanta offerta perché c’è moltissima richiesta di droga» spiega la polizia. «La domenica c’è un continuo via vai di giovani che arrivano dalle valli per rifornirsi».

D’altronde il mondo della droga e dello spaccio non sembra conoscere crisi. Gli allarmi, gli incontri a scuola, non bastano. La percezione del pericolo è troppo bassa. «A me non succede» dicono i ragazzi che non disdegnano neppure le cosiddette droghe «pesanti», eroina e cocaina. È il buco che fa paura. Ma adesso l’eroina si fuma. La chiamano «chasing the dragon» (seguire il drago): è la pratica di inalare i vapori dell’eroina scaldata. È quasi un gioco. Non sorprende scoprire che circa 90.000 studenti fanno uso di cannabis quasi ogni giorno e quasi 17.000 fanno uso di eroina dieci o più volte al mese. I dati della relazione annuale al Parlamento sullo stato delle tossicodip­endenze del 2017 traccia uno quadro a tinte forti sul fenomeno della droga tra i giovani. E se le cosiddette Nps (new psychoacti­ve substances), mefredone, ketamine, fenetilami­ne e oppiacei sintetici — per citare alcuni esempi — stanno prendendo il sopravvent­o nel mercato dello sballo, soprattutt­o al nord, complice il web, la vecchia eroina non ha ancora perso il suo «fascino». «È tornata in auge» spiega Antonello Panetta, uno dei referenti dell’Associazio­ne famiglie tossicodip­endenti di Trento. Nel 2016 sono aumentate le denunce per i reati correlati all’uso e lo spaccio di eroina (+11,31%); sono alti anche i dati relativi alla cocaina (+17,87%). Il problema resta il sommerso. È difficile avere numeri esatti ma «c’è un 40-50% di sommerso» spiega Panetta. «L’uso di eroina — chiarisce — è in netta ripresa, ma ci sono molte persone che non chiedono aiuto, non vanno al Serd e non si rivolgono ai servizi». Consumator­i abituali non conosciuti, se non quando vengono denunciati o quando si verificano tragedie come quella di sabato. Ma cosa manca? Cosa si può fare di più per evitare tragedie come quella di sabato? La risposta è nelle parole della direttrice dell’Aft, Paola Meina, che interviene sulla morte di Fabio Oberosler con un messaggio: «Un altro figlio, un altro fratello.. Possiamo evitare queste morti insieme in una rete di servizi che non abbia l’obiettivo di tenere stretti i pesci per conto degli spacciator­i, ma che sia trama di protezione, cura, aiuto nel rispetto di competenze, ruoli, mission e soprattutt­o responsabi­lità umana e profession­ale». Secondo l’Aft serve un maggiore supporto, una rete, anche online, tra i vari servizi al di là dell’urgenza. Dal 2013 l’associazio­ne ha attivato uno spazio dedicato alle donne, sono un’ottantina, tra i 20 e i 30 anni, quelle seguite dall’Aft, la maggior parte sono trentine. Ma il problema è trovare il coraggio di chiedere aiuto. «Le donne sono più nascoste — spiega Martina Pagani — il problema della tossicodip­endenza è sempre stato considerat­o al maschile, qualcosa ora si sta muovendo, ma c’è ancora tanto da fare».

Panetta L’eroina è tornata in auge. Ma molti non chiedono aiuto Pagani Le donne restano più nascoste, si può fare molto per loro

 ??  ?? Nuove mode Inseguire il drago è la pratica di fumare l’eroina
Nuove mode Inseguire il drago è la pratica di fumare l’eroina

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy