Kessler nel mirino per il doppio incarico «Perdo 4.000 euro»
Il magistrato nel mirino. Lui si difende: «Tutto normale. Due stipendi? Non è così»
TRENTO Le accuse non sono proprio «leggere»: si parla di doppio incarico e di doppio stipendio. E di ruoli creati ad hoc per lui. A poco più di un mese dalla sua nomina a direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, a finire al centro delle polemiche — con un ampio articolo su il Resto del Carlino di ieri e con un intervento del deputato di Forza Italia Pietro Laffranco — è il magistrato, ex deputato dei Ds ed ex presidente del consiglio provinciale Giovanni Kessler. E i suoi recenti «passaggi» dall’Europa all’Italia.
In sostanza, Kessler ha lasciato, recentemente, la direzione dell’Olaf, l’ufficio della Commissione europea che si occupa di lotta antifrode. E a inizio ottobre è stato nominato — con un decreto del presidente della Repubblica — direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli (un incarico, quest’ultimo, da 240.000 euro lordi all’anno). La Commissione europea ha esaminato la questione l’11 ottobre, accogliendo le dimissioni di Kessler dall’Olef, distaccandolo all’Agenzia delle dogane e creando un incarico temporaneo di consigliere speciale.
E proprio questo passaggio ha generato la bufera, con le accuse di doppia paga e doppio ruolo per il magistrato. Che non ha preso bene questa imescamotage provvisa attenzione. «Ricordo — replica stizzito Kessler — che sono un dirigente di ruolo della Commissione europea dal 2011. Ho partecipato a un concorso e l’ho vinto. Ora sono in Italia perché sono stato nominato direttore dell’Agenzia delle dogane, chiamato dal governo italiano con una richiesta inviata a luglio alla Commissione europea. La Commissione ha deciso in ottobre e ora sono qui in distacco». Una pratica «normalissima» prosegue l’ex presidente del consiglio provinciale, «prevista dal regolamento del personale dell’Unione europea».
E l’incarico temporaneo? «Si tratta — risponde — di un tecnico. Non potevano distaccarmi come capo dell’Olaf, essendomi dimesso, e quindi mi hanno distaccato con la qualifica di consigliere speciale. Niente di strano». Kessler nega anche il doppio stipendio: «Il regolamento europeo del personale prevede che lo stipendio venga erogato dall’amministrazione nazionale, quindi dall’Italia. Ma se quanto percepito è inferiore rispetto al mio stipendio “europeo”, la differenza mi viene corrisposta dall’Unione europea». E la situazione è proprio questa: a Bruxelles la paga di Kessler sarebbe più alta, «pur togliendo l’indennità di management e quella di espatrio, che è comunque corposa». Dunque? «Alla fine — calcola il magistrato — probabilmente prenderò circa 4.000 euro in meno. Non mi lamento, sia chiaro. Ma va detto. La Commissione europea quindi, in fondo, ci guadagna». Kessler, in ogni caso, avrà le spalle coperte. Non essendosi licenziato dal suo precedente posto per iniziare il lavoro in Italia («Perché avrei dovuto?» replica), alla fine del suo incarico all’Agenzia delle dogane potrà tornare a Bruxelles. «Avendo un posto di ruolo — conclude il magistrato — tornerò alla mia amministrazione di provenienza come dirigente».