Tute blu Artigiane, Re David rilancia
La neosegretaria della Fiom nazionale a Trento. Pronte le prime cause pilota
La diatriba estiva sull’integrativo dei metalmeccanici artigiani ieri è salita di livello. A Trento la neosegretaria nazionale della Fiom Cgil, Francesca Re David, ha dato man forte a Manuela Terragnolo, elogiandone il coraggio in questa partita. Per la segretaria nazionale occorre tenere il punto, altrimenti ci potranno essere ripercussioni altrove. In tutta Italia Fiom si mobiliterà il 2 dicembre contro la finanziaria del Governo.
TRENTO Sciopero degli straordinari e manifestazione nazionale a Torino organizzata dalla Fiom Cgil, il prossimo 2 dicembre: inaccettabili i contenuti della manovra finanziaria del Governo. Ieri la segretaria nazionale, Francesca Re David, era a Trento per un direttivo unitario della Fiom di Trentino e Alto Adige. Affrontata anche la questione dell’accordo separato in merito all’integrativo delle tute blu artigiane a Trento: «La Fiom nazionale sostiene il coraggio dei compagni di Trento. Se si raggiunge un accordo unitario e dopo poco più di un mese una parte lo disdice, non c’è più certezza di nulla» dice la segretaria.
Secondo Re David con la manovra finanziaria il Governo intende ancora imporre sacrifici al mondo del lavoro: un innalzamento dell’età pensionabile senza reali salvaguardie per i lavoratori addetti a mansioni usuranti o gravose; nessuna tutela pensionistica per i giovani e per i lavoratori precari che hanno percorsi lavorativi discontinui; nessun freno ai licenziamenti, in luogo del ricorso alle sospensioni dal lavoro coperte con gli ammortizzatori sociali; ingannevoli incentivi all’occupazione giovanile, sotto forma di sgravi contributivi, che producono soltanto occupazione sostitutiva e furbesche speculazioni a danno dei lavoratori.
Dopo un quarto di secolo nel quale il mondo del lavoro italiano è stato sottoposto a continui sacrifici ed a progressivi arretramenti sui diritti, e durante il quale nel frattempo sono aumentate le disparità, in misura esponenziale proprio durante gli ultimi dieci anni di crisi, i contenuti di questa manovra appaiono «inaccettabili».
I lavoratori metalmeccanici, tramite Re David, la segretaria della Fiom Trentina Manuela Terragnolo e il segretario altoatesino Fabio Parrichini, chiedono: una revisione radicale della legge Fornero, a partire dal blocco dell’aumento dell’età pensionabile; una maggior tutela dei posti di lavoro, incentivando l’utilizzo in caso di crisi degli ammortizza- tori sociali, a partire dai contratti di solidarietà; un sostegno concreto all’occupazione stabile e di qualità, combattendo la diffusa pratica dell’utilizzo improprio dei contratti precari, che colpiscono i soggetti più deboli, ossia i giovani, le donne e i lavoratori in stato di disoccupazione. Parrichini su questo versante sottolinea: «In Alto Adige si procede a una vera discriminazione del personale precario, ad esempio con un diverso colore del casco. Una vera “lettera scarlatta”».
I sindacalisti Fiom chiedono insieme un «vero rilancio delle politiche industriali, la cui assenza da decenni dalle agende dei Governi ha avuto l’effetto di far arretrare l’Italia, secondo Paese manifatturiero d’Europa, dopo la Germania».
La partita degli Artigiani vede la Fiom difendere l’accordo del 2016, mentre l’associazione di Via Brennero, Fim Cisl e Uilm hanno firmato un altro accordo nel 2017. Fiom allora invita le industrie metalmeccaniche a non dar lavoro agli artigiani che hanno aderito al nuovo contratto, contro cui «stiamo raccogliendo delle cause pilota» conferma Terragnolo. «La vicenda — si legge nell’ordine del giorno — che nelle sue modalità e nei suoi contenuti costituisce un precedente inedito e gravissimo, rischia di estendersi al resto del Paese e di produrre pesanti ripercussioni su tutto il mondo del lavoro. La Fiom del Trentino, col sostegno della Fiom nazionale, intende proseguire nella propria battaglia contro quell’accordo separato, con le azioni di lotta e aprendo contenziosi nelle aule dei tribunali, al fine di assicurare ai lavoratori del settore il diritto ad una rappresentanza sindacale democratica, il diritto all’esigibilità degli accordi, il diritto a contrattare miglioramenti salariali e delle proprie condizioni di lavoro. Con sconcerto abbiamo registrato la decisione della Fim Cisl di voler aprire la strada agli accordi separati anche nella contrattazione di secondo livello dell’industria, anche attraverso la sospensione del Patto sulla democrazia siglato in Trentino nel 2011. In questo modo, si calpesta il diritto dei lavoratori all’unità sindacale nelle contrattazioni aziendali, indebolendo la forza contrattuale proprio in un momento nel quale nelle aziende si stanno creando le condizioni economiche per riprendere con vigore la contrattazione. Le Fiom del Trentino e dell’Alto Adige fanno appello alle controparti datoriali ed alle altre sigle sindacali per ripristinare corrette relazioni industriali, rispettose del ruolo della rappresentanza».