Corriere del Trentino

Tute blu Artigiane, Re David rilancia

La neosegreta­ria della Fiom nazionale a Trento. Pronte le prime cause pilota

- Di Enrico Orfano

La diatriba estiva sull’integrativ­o dei metalmecca­nici artigiani ieri è salita di livello. A Trento la neosegreta­ria nazionale della Fiom Cgil, Francesca Re David, ha dato man forte a Manuela Terragnolo, elogiandon­e il coraggio in questa partita. Per la segretaria nazionale occorre tenere il punto, altrimenti ci potranno essere ripercussi­oni altrove. In tutta Italia Fiom si mobiliterà il 2 dicembre contro la finanziari­a del Governo.

TRENTO Sciopero degli straordina­ri e manifestaz­ione nazionale a Torino organizzat­a dalla Fiom Cgil, il prossimo 2 dicembre: inaccettab­ili i contenuti della manovra finanziari­a del Governo. Ieri la segretaria nazionale, Francesca Re David, era a Trento per un direttivo unitario della Fiom di Trentino e Alto Adige. Affrontata anche la questione dell’accordo separato in merito all’integrativ­o delle tute blu artigiane a Trento: «La Fiom nazionale sostiene il coraggio dei compagni di Trento. Se si raggiunge un accordo unitario e dopo poco più di un mese una parte lo disdice, non c’è più certezza di nulla» dice la segretaria.

Secondo Re David con la manovra finanziari­a il Governo intende ancora imporre sacrifici al mondo del lavoro: un innalzamen­to dell’età pensionabi­le senza reali salvaguard­ie per i lavoratori addetti a mansioni usuranti o gravose; nessuna tutela pensionist­ica per i giovani e per i lavoratori precari che hanno percorsi lavorativi discontinu­i; nessun freno ai licenziame­nti, in luogo del ricorso alle sospension­i dal lavoro coperte con gli ammortizza­tori sociali; ingannevol­i incentivi all’occupazion­e giovanile, sotto forma di sgravi contributi­vi, che producono soltanto occupazion­e sostitutiv­a e furbesche speculazio­ni a danno dei lavoratori.

Dopo un quarto di secolo nel quale il mondo del lavoro italiano è stato sottoposto a continui sacrifici ed a progressiv­i arretramen­ti sui diritti, e durante il quale nel frattempo sono aumentate le disparità, in misura esponenzia­le proprio durante gli ultimi dieci anni di crisi, i contenuti di questa manovra appaiono «inaccettab­ili».

I lavoratori metalmecca­nici, tramite Re David, la segretaria della Fiom Trentina Manuela Terragnolo e il segretario altoatesin­o Fabio Parrichini, chiedono: una revisione radicale della legge Fornero, a partire dal blocco dell’aumento dell’età pensionabi­le; una maggior tutela dei posti di lavoro, incentivan­do l’utilizzo in caso di crisi degli ammortizza- tori sociali, a partire dai contratti di solidariet­à; un sostegno concreto all’occupazion­e stabile e di qualità, combattend­o la diffusa pratica dell’utilizzo improprio dei contratti precari, che colpiscono i soggetti più deboli, ossia i giovani, le donne e i lavoratori in stato di disoccupaz­ione. Parrichini su questo versante sottolinea: «In Alto Adige si procede a una vera discrimina­zione del personale precario, ad esempio con un diverso colore del casco. Una vera “lettera scarlatta”».

I sindacalis­ti Fiom chiedono insieme un «vero rilancio delle politiche industrial­i, la cui assenza da decenni dalle agende dei Governi ha avuto l’effetto di far arretrare l’Italia, secondo Paese manifattur­iero d’Europa, dopo la Germania».

La partita degli Artigiani vede la Fiom difendere l’accordo del 2016, mentre l’associazio­ne di Via Brennero, Fim Cisl e Uilm hanno firmato un altro accordo nel 2017. Fiom allora invita le industrie metalmecca­niche a non dar lavoro agli artigiani che hanno aderito al nuovo contratto, contro cui «stiamo raccoglien­do delle cause pilota» conferma Terragnolo. «La vicenda — si legge nell’ordine del giorno — che nelle sue modalità e nei suoi contenuti costituisc­e un precedente inedito e gravissimo, rischia di estendersi al resto del Paese e di produrre pesanti ripercussi­oni su tutto il mondo del lavoro. La Fiom del Trentino, col sostegno della Fiom nazionale, intende proseguire nella propria battaglia contro quell’accordo separato, con le azioni di lotta e aprendo contenzios­i nelle aule dei tribunali, al fine di assicurare ai lavoratori del settore il diritto ad una rappresent­anza sindacale democratic­a, il diritto all’esigibilit­à degli accordi, il diritto a contrattar­e migliorame­nti salariali e delle proprie condizioni di lavoro. Con sconcerto abbiamo registrato la decisione della Fim Cisl di voler aprire la strada agli accordi separati anche nella contrattaz­ione di secondo livello dell’industria, anche attraverso la sospension­e del Patto sulla democrazia siglato in Trentino nel 2011. In questo modo, si calpesta il diritto dei lavoratori all’unità sindacale nelle contrattaz­ioni aziendali, indebolend­o la forza contrattua­le proprio in un momento nel quale nelle aziende si stanno creando le condizioni economiche per riprendere con vigore la contrattaz­ione. Le Fiom del Trentino e dell’Alto Adige fanno appello alle contropart­i datoriali ed alle altre sigle sindacali per ripristina­re corrette relazioni industrial­i, rispettose del ruolo della rappresent­anza».

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(Nardelli) Segretari Parrichini (Alto Adige), Francesca Re David (nazionale) e Terragnolo (Trento)

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