Corriere del Trentino

Mesi di abusi e percosse, quarantase­ienne a processo

L’uomo è accusato anche di violenza sessuale. Convivente controllat­a attraverso il gps

- Erica Ferro

TRENTO Un incubo durato mesi. Un’angoscia quotidiana, fatta di violenza fisica e psicologic­a, consumata fra le mura di casa, che una trentanove­nne di nazionalit­à rumena avrebbe subito per mano del convivente a lungo. Insulti, percosse, intimidazi­oni, fino ad arrivare alla violenza sessuale. Per questo un uomo è finito a processo.

I fatti si sarebbero consumati poco più di due anni fa, fino a quando la donna, esasperata dall’ultima, terribile, violenza, avrebbe trovato il coraggio di lasciare la casa dove viveva con il compagno portando con sé la figlia di sette anni avuta da un precedente matrimonio.

Dopo un primo periodo di convivenza l’uomo avrebbe infatti iniziato a impedire alla convivente e alla figlia di frequentar­e altre persone: la donna, dopo avere accompagna­to o prelevato la bimba da scuola, sarebbe dovuta rientrare subito a casa e sempre con il telefono cellulare acceso, fra l’altro impostato solamente per ricevere chiamate. Il convivente l’avrebbe controllat­a a tal punto da verificarn­e la posizione tramite un’applicazio­ne sullo smartphone. Le telefonate quotidiane, del resto, anche solo per sapere dove fosse e cosa stesse facendo nel brevissimo periodo in cui era riuscita a trovare lavoro, erano incessanti. La donna sarebbe stata assillata a tal punto da rassegnare le dimissioni.

Le vessazioni del quarantase­ienne si sarebbero spinte al punto da impedire, sia alla convivente che alla figlia, di iscriversi all’anagrafe sanitaria, nonostante ormai da mesi vivessero insieme: le due donne, dunque, erano prive del medico di base. La paura della madre era talmente grande (era arrivata a credere, tra l’altro, di essere osservata da mi- crospie piazzate all’interno dell’abitazione) che un giorno, a seguito di un’emorragia addominale, avrebbe persino evitato di andare all’ospedale per ricevere le cure necessarie pur di non lasciare la figlia a casa da sola con lui. Infine, la violenza più ignobile: l’uomo avrebbe costretto la compagna a subire un rapporto sessuale completo.

Davanti al giudice l’uomo dovrà rispondere dei reati di violenza sessuale e maltrattam­enti verso i familiari. Ieri l’udienza è stata rinviata.

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