Via Dante diventi ztl
Mi permetto alcune osservazioni sulla via Dante di Rovereto, dopo il recente intervento di restauro e di abbellimento, che avevo auspicato già a fine agosto 2016. Un sincero plauso, quindi, all’amministrazione comunale che, dopo aver visto rimessi a nuovo negli scorsi anni corso Rosmini, corso Bettini e viale Trento, hanno giustamente posto la propria attenzione su via Dante. Lo faccio vivendo la via Dante per parecchie ore al giorno, avendo lì il mio ufficio. Un ulteriore plauso lo devo ai lavoratori che hanno compiuto l’opera, i quali hanno mostrato ogni giorno alta professionalità e concreta attenzione alle esigenze dei censiti e degli operatori economici della zona. Il risultato è quello di una via molto bella, dove ai miei occhi l’alternarsi del porfido trentino alla pietra bianca rende il tutto molto elegante e suggestivo. Peccato che la nuova sistemazione non sia stata completata da un’illuminazione idonea e degna, come mi ero già permesso di sottolineare. Mancano a tutt’oggi l’arredo urbano e le piante, come previsto nel progetto dell’ingegner Andreolli.
In queste prime ore emergono,
comunque, un paio di criticità. La prima riguarda il fatto di aver incluso nell’unica corsia centrale della via sia le automobili, con direzione nord–sud, che le biciclette con addirittura la doppia direzione nord–sud e sud-nord. Tale convivenza appare molto pericolosa. Io ero
convinto che le biciclette fossero previste nella doppia direzione fuori dalla corsia centrale. Bastava piantumare un mezzo metro in più verso i lati-marciapiedi della via, ossia verso l’esterno, e tutto sarebbe stato più sicuro e forse più bello. La seconda criticità riguarda la
mancanza di passaggi pedonali, essendovi solo quelli alle estremità nord e sud della via.
Questo e altro, mi fanno pensare e scrivere in sintesi che forse varrebbe la pena di adottare una coraggiosa decisione: ovvero fare fin da subito della via Dante una ztl. Ne guadagnerebbe la vivibilità, la sicurezza, la fruizione e la bellezza della via. Le obiezioni non mancheranno, ma ritengo sia questa una «battaglia pacifica» da farsi. Basta un po’ di lungimiranza, di comprensione e di coraggio.
Paolo Farinati,