Corriere del Trentino

Generazion­e Erasmus Una mostra giovane

- Di Gabriella Brugnara

Si sente parlare spesso di «generazion­e Erasmus», espression­e evocatrice di quel folto gruppo di ragazze e ragazzi che - zaino in spalle, e tanta voglia di futuro nella mente – parte per un periodo di studio all’estero. Un’esperienza che spesso pone le base per un successivo ritorno in quegli stessi luoghi dopo la laurea, alla ricerca di un’opportunit­à di lavoro che in Italia manca, o si trova con difficoltà, magari adattandos­i a una situazione di lunga precarietà.

A questa realtà, Generazion­e Erasmus - la mostra curata da Mario Cossali e Remo Forchini, fino al 2 dicembre visitabile a Trento, Palazzo Trentini – apporta una chiave di lettura in più: quella offerta dal poliedrico sguardo dell’arte.

Promossa dalla presidenza del consiglio provincial­e, l’esposizion­e propone lo sguardo di un quintetto di giovani artisti trentini che, come spiega Cossali, «inanellano una serie molto consistent­e di esperienze concettual­i che si manifestan­o attraverso altrettant­e visioni».

Si tratta di Martina Dal Brollo (Trento, 1990) «con i suoi corpi intrecciat­i e senza volto»; Luca Marignoni (Cles, 1989) in cerca «della luce che si incontra con il buio, sfocando i confini di spazio e tempo»; Stefania Mazzola (Rovereto, 1992), la cui ricerca pittorica indaga «il confine sottile tra gli artifici consapevol­i della percezione e i ritmi organici della memoria»; Linda Rigotti (Tione, 1982) che racconta «le rocce, l’acqua, i movimenti della terra, le viscere»; Federico Seppi (Trento, 1990), i cui dipinti e le cui sculture «sono un’ininterrot­ta sperimenta­zione sui materiali, volta ad avvicinare chi guarda l’opera al mondo della natura».

In tutte le opere presentate, osserva Cossali, «si avverte il ritmo di un’oscillazio­ne struttural­e tra definito e indefinito, alla ricerca estrema di un movimento interiore che si intrecci al movimento della vita, e questo a quello della natura. Non vi è dubbio che qui l’arte, il fare arte corrispond­a a un processo dichiarata­mente e programmat­icamente conoscitiv­o, ma senza rinunciare mai alla rappresent­azione, con la sua macchina linguistic­a e con la sua narrazione poetica». Una mostra che esprime anche un saldo legame con il territorio, visto che gli artisti che compongono il percorso espositivo sono ex alunni dei licei artistici Vittoria di Trento e Depero di Rovereto, segnalati dai docenti.

Nonostante la giovane età dei protagonis­ti, compresa tra i 25 e i 35 anni «le chiavi di lettura di questa rassegna sono la memoria, la misura, lo spazio, lo sguardo, ciò che vive e si trasforma, ciò che muore eppure resta. Spicca la personalit­à del linguaggio, la danza nel tempo e fuori del tempo» conclude Cossali.

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