IL BRAVO DOCENTE LASCIA UN SEGNO
Idati su abbandono e fallimenti scolastici registrano dei miglioramenti a livello nazionale, ma la percentuale del 15% rimane elevata, anche nel confronto con le medie europee. Questa realtà è diffusa anche in regione: gli ultimi dati ci dicono che a Trento lascia precocemente la scuola il 7,9% dei ragazzi contro l’11,1% di Bolzano. Insomma, il problema esiste ma risulta difficile da contrastare per i tanti fattori che lo determinano. Di certo il primo anno delle superiori rappresenta una rilevante strozzatura, segnata da trasferimenti e bocciature che coinvolgono uno studente su cinque. Pare quasi che al primo biennio della secondaria non sia ancora giunta la notizia che l’obbligo scolastico è stato innalzato a sedici anni e che è quindi prioritario proseguire l’azione della scuola media, attenta al coinvolgimento dell’alunno e al suo successo formativo. Collaborazione e continuità tra secondaria di primo e secondo grado vanno dunque potenziate. Un auspicio da ribadire visto che le scuole medie hanno già avviato varie iniziative in vista delle prossime iscrizioni alle superiori.
Orientamento non significa guidare dall’alto un ragazzo, ma metterlo nelle condizione di poter scegliere ciò che è più funzionale alla sua crescita. Il biennio delle superiori dovrebbe essere allora il nucleo cruciale di un’autentica azione orientativa, protesa a promuovere i futuri percorsi anziché stroncarli. Non è l’indicazione burocratica di un indirizzo di studi, ma un colloquio prolungato all’interno della quotidiana relazione tra alunno e insegnante, entrambi impegnati a scoprire e far emergere attitudini, capacità, interessi, propensioni. Uno sforzo che dovrebbe coinvolgere anche quegli allievi che vanno fisicamente in classe ma di fatto sono assenti e lontani, dispersi in altri mondi.
Più degli incontri informativi e delle visite agli istituti superiori sono potenti le conseguenze di giudizi perentori buttati lì dai docenti senza pensarci: «Sei negato» in questa o quella disciplina, «Non ci riuscirai mai»,«Sei un disastro». Simili sentenze lasciano traccia e «orientano». All’opposto, e in modo complementare, molti adulti sono riconoscenti verso uno o più insegnanti che hanno saputo aprire nuove prospettive, suscitare passioni, infondere fiducia, apprezzando e valorizzando doti e talenti ancora inespressi. Insegnanti nel senso etimologico della parola: «in-signo», lascio un segno, compito essenziale della scuola e della società in generale.