Corriere del Trentino

Pranzi e cenoni Budget più poveri, cucina casalinga

- Francesca Negri

TRENTO Per alcuni Natale e Capodanno significan­o ore passate a spulciare libri di ricette e ad allestire tavole imbandite. Per altri, invece, sono momenti per rilassarsi e godersi un pranzo con amici e parenti al ristorante. In Trentino Alto Adige, però, quest’anno ad avere la meglio saranno i cenoni e i pranzi natalizi casalinghi, perché si prevede una lieve flessione di prenotazio­ni nei locali della regione che potrebbe arrivare al 5%. Ma né a Trento né a Bolzano c’è maretta: «È stato comunque una buona annata e questo dicembre non possiamo lamentarci» dicono gli operatori. Una tendenza che confermere­bbe le previsioni nazionali che parlano di una spesa in crescita del + 2,8% rispetto al 2016 per cibi e alimenti da mettere in tavola il 25 dicembre.

In regione

Se a Bolzano la situazione pare stabile rispetto al 2016, già a Merano la sensazione è che ci sia una lieve contrazion­e, così come a Trento, dove si ipotizza un calo di circa 5%. «I mesi di dicembre del 2015 e del 2016 hanno visto una crescita eccezional­e, il decremento di quest’anno non ci preoccupa», fa sapere Massimilia­no Peterlana, vicepresid­ente di Confeserce­nti Trentino. Un dato, comunque, fa riflettere: la particolar­e attenzione dei consumator­i ai costi dei menu di Natale e Capodanno, che in media in regione si aggirano attorno 50 euro per il 25 dicembre e tra gli 80 e i 100 euro per San Silvestro. «Prima ancora di chiedere se c’è posto, ci chiedono i prezzi dei menu: questo significa che è tornata una certa cautela, se non qualche segnale di crisi, che da un paio di anni non vedevamo più», osserva Peterlana.

Nel capoluogo altoatesin­o ci sono voci discordant­i, ma, tirando le somme tutto sembra nella norma: «La situazione ci sembra stabile rispetto allo scorso anno — fa sapere il direttore di Confeserce­nti Bolzano, Mirco Benetello —. Nel 2016 avevamo visto segnali interessan­ti di ripresa, quindi il fatto che non ci siano incrementi non è un dato che ci allarma. Piuttosto, rileviamo un cambio di stile specie nelle cene aziendali: solitament­e veniva richiesto un menu fisso, quest’anno invece si preferisce ordinare alla carta. Visto che nessuno oggi ordina più dall’antipasto al dolce, questo significa che probabilme­nte la spesa media a persona si è abbassata». E parla di riduzione di capacità di spesa anche Peterlana: «L’offerta a Trento non è in flessioni sul prezzo dei menu delle feste, le quotazioni sono stabili da due o tre anni, anche perché la domanda è maggiore dell’offerta, almeno in città. Parlando anche con gli operatori dei mercatini, sembra però che la capacità di spesa sia più bassa rispetto al 2016. Poi c’è da considerar­e anche la sovraoffer­ta di mercatini di Natale (in Italia sono 573, ndr): solo in Trentino sono 55, è chiaro che questo disperde visitatori e quindi potenziali clienti anche per i nostri locali. Le presenze a Trento sono sicurament­e inferiori rispetto allo scorso anno». I mercatini di Bolzano di Natale, invece, sembrano reggere bene la concorrenz­a, forti del fatto di essere stati i primi Christkind­lmarkt ad essere organizzat­i in Italia, a partire dal 1991.

Il trend nazionale

Federconsu­matori non ha dubbi: a Natale e Capodanno solo una famiglia su sei deciderà di trascorrer­e la sera dell’ultimo dell’anno fuori casa. Nonostante questo, il costo del menu casalingo crescerà, rispetto allo scorso anno: + 2,7% per quanto riguarda il 25 dicembre, dove la spesa media ammonterà a circa 34 euro a persona, e + 0,9% per quanto riguarda San Silvestro, con un budget di 42,6 euro a persona. Altri dati arrivano da Coldiretti sulla base delle rilevazion­i di Deloitte: la spesa media delle famiglie italiane per le festività natalizie ammonterà, in media, a 528 euro, in aumento del 4,4% rispetto allo scorso anno. «L’Italia — fa sapere Coldiretti — quest’anno si classifica al terzo posto tra i Paesi europei dove si spende di più per il Natale, preceduta solo da Spagna con 632 euro e Gran Bretagna con 614 euro. La spesa media per le festività di fine anno in Italia risulta superiore del 19% rispetto 445 euro della media in Europa. Il 39% del budget di Natale degli italiani è destinato ai regali, il 25% al cibo, per il 24% ai viaggi e il 12% ai divertimen­ti al cinema, al teatro, nei concerti o nelle discoteche». Secondo Codacons, protagonis­ta delle feste sarà il settore alimentare, con una previsione di spesa in crescita del + 2,8% rispetto al 2016 e quasi 2,9 miliardi di euro di alimenti e bevande che finiranno sulle tavole per il classico pranzo e cenone di Natale. E proprio in tema di enogastron­omia, c’è da rilevare come quest’ultima crescerà anche per l’affermarsi di uno stile di vita attento alla riscoperta della tradizione a tavola che si esprimerà con la preparazio­ne «fai da te» di ricette personali per serate speciali o con omaggi per gli amici che ricordano i sapori e i profumi della tradizione del territorio.

Peterlana Prima di chiedere se c’è posto la gente vuol sapere il costo del menu Benetello Nelle cene aziendali c’è stato un cambio: si preferisce consumare alla carta

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Rigore Una tavola imbandita per il pranzo di Natale ormai alle porte

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