«La passione da Frattini E ora recito con Lavia»
La storia di Pedron, attore trentino in tour in tutta Italia
Gli inizi nelle scuole locali, poi il trasferimento a Firenze per frequentare un’accademia nazionale e ora lanciato nella produzione di uno dei massimi registi italiani, Gabriele Lavia. Si può riassumere così la storia professionale, ancora agli inizi, di Luca Pedron, attore classe 1993 di Trento, che dopo la prima del 13 gennaio a Pontedera sarà in tournée fino a marzo toccando Firenze, Roma, Bologna, Milano, Torino, Genova e Udine.
Quando ha iniziato a interessarsi al teatro?
«Ho iniziato con Emilio Frattini seguendo i corsi organizzati dalla Provincia. Mi sono sentito coinvolto fin da subito anche se inizialmente ho avuto un lungo momento di rifiuto nei confronti del teatro perché lo ritenevo un metodo di comunicazione forzato. Mi sembrava parossistico cercare di creare una vera empatia con il pubblico avendo in bocca le parole di qualcun altro. Poi ho capito l’importanza di stringere un legame attraverso la bellezza: se faccio bene il mio lavoro lo spettatore è coinvolto nella storia, si sente sul palco accanto a me. Successivamente ho frequentato tre anni Spazio 14 con Elena Marino e Silvia Furlan e stretto un bel rapporto con Andrea Castelli. Ho poi provato a entrare alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano e, benché scartato in seconda selezione, ho potuto conoscere due compagnie con le quali ho lavorato come aiuto regista: Pianoinbilico e Teatri della Plebe».
Come è arrivato alla scuola per attori «Orazio Costa» di Firenze?
«In seguito alla riforma che ha riguardato i teatri nazionali, il Teatro della Toscana ha costituito un’accademia per la formazione professionale degli attori. La decisione è stata quella di seguire la linea già tracciata da Orazio Costa, regista e pedagogo che si era stabilito
al Teatro della Pergola, dando origine alla scuola che porta il suo nome. Si tratta di un percorso biennale piuttosto duro che comprende materie molto varie: recitazione ma anche interpretazione scenica, danza, scherma scenica, metodo mimico, educazione della voce, tecnica posturale. Ai provini due anni fa eravamo circa 400 da tutta Italia e siamo stati selezionati in 18, io sono l’unico trentino. Mi sono diplomato a giugno».
Ora lavora con Gabriele Lavia alla sua nuova produzione, «Il padre» di Strindberg. Cosa significa passare dall’esperienza formativa a quella professionale con un maestro del teatro italiano?
«Un gran pregio della Scuola Orazio Costa è che il percorso formativo si intreccia con esperienze professionali durante tutta il percorso di studio, non è la prima volta nel mondo del lavoro. Senza dubbio si tratta di un salto importante, non sono più nel bacino protettivo della scuola. La mia è una parte piccola ma ho modo di lavorare accanto a grandi attori e di incontrare modi diversi di fare questo mestiere. La cosa più importate che ho imparato è che il teatro si impara parlando, confrontandosi, ascoltando le storie di chi frequenta questo ambiente».
Spazio 14 Per tre anni ho recitato con Elena Marino e Silvia Furlan Castelli Ho stretto un bel rapporto anche con lui in passato