Sait, sciopero della Filcams senza adesioni
Caramelle proclama la protesta di solidarietà in concomitanza con la mobilitazione del terziario Ma nessuno dei dipendenti aderisce. Poi la Cgil chiede di salire in massa negli uffici, alla fine resta fuori
TRENTO Colpo di coda della Filcams Cgil, dopo la firma
obtorto collo dell’accordo con Sait e Federcoop sui 60 licenziamenti nel consorzio. Ieri mattina era in programma lo sciopero di addetti al commercio di Federdistribuzione e Distribuzione cooperativa, che non c’entrano con i lavoratori Sait (che applicano il contratto di Confcommercio). Il segretario Roland Caramelle dopo le 23 di giovedì ha proclamato lo sciopero anche in Sait, di solidarietà ai manifestanti. Peccato che non abbia aderito nessuno. Inoltre alla manifestazione davanti a Federcoop Caramelle ha portato anche i cassintegrati del Sait, chiedendo poi che all’incontro con i vertici coop fossero ammessi tutti i lavoratori, non una ristretta delegazione come pattuito in precedenza anche con le altre sigle. Risultato: in Federcoop sono saliti solo Uiltucs e Fisascat Cisl, più i colleghi bolzanini.
Lo sciopero in Sait, per Walter Largher della Uiltucs, aveva tratti paradossali: «Si chiedeva ai lavoratori di un’azienda che ha appena subito 60 licenziamenti, di scenpresente dere in sciopero in solidarietà a lavoratori che lottano per una cosa di un peso diverso, vale a dire per il rinnovo del contratto».
Il direttore di Sait, Luca Picciarelli, conferma la convocazione la notte per la mattina seguente: «Ma nessuno ha aderito. È comunque una mossa difficilmente decodificabile. È una provocazione? I lavoratori del Sait hanno dimostrato un grande senso di responsabilità in tutta la vicenda. Ne siamo orgogliosi. Con la firma, tutte le sigle sindacali hanno rispettato la loro volontà non ideologica».
Secondo Lamberto Avanzo, segretario della Fisascat Cisl, ieri alla manifestazione c’erano circa 200 persone, «con una quindicina di cassintegrati del Sait, me l’aspettavo». Più difficile avere la percezio- ne di quanti lavoratori abbiano in effetti incrociato le braccia, soprattutto nei negozi delle Famiglie cooperative nelle diverse zone del Trentino. «È che in ogni cosa la Filcams vuole sempre di più. Ci accolgono in delegazione? No dobbiamo salire tutti», lamenta Avanzo.
Nella nota Cgil si legge che «al presidio davanti alla Federazione, in via Segantini, era anche una delegazione di lavoratori e lavoratrici di Sait “proprio perché tra i motivi della protesta c’era anche il fatto che la distribuzione cooperativa ha perso la sua distintività, anche nel rapporto con i lavoratori”, spiega Caramelle».
Nel merito della protesta i sindacati lanciano l’allarme: per i lavoratori di Ovs, Despar, Pam e delle Famiglie cooperative come dei Superstore, dato che in 4 anni non si è arrivati a nessun accordo di rinnovo del contratto nazionale, si rischia che queste aziende «non vogliano più riconoscere il sindacato come controparte».
Guardando al futuro, soprattutto delle Famiglie coop, c’è il timore che dopo il Sait si debba intervenire anche sui loro problemi di sostenibilità di business e sarebbe deleterio dover intervenire caso per caso in ognuna delle 70 Fc. Ma Picciarelli frena: «Fra le nostre coop alcune sono in ordine, altre hanno bisogno di un intervento. Però lo faranno in autonomia: noi non forzeremo l’efficientamento».