Corriere del Trentino

Sait, sciopero della Filcams senza adesioni

Caramelle proclama la protesta di solidariet­à in concomitan­za con la mobilitazi­one del terziario Ma nessuno dei dipendenti aderisce. Poi la Cgil chiede di salire in massa negli uffici, alla fine resta fuori

- Enrico Orfano

TRENTO Colpo di coda della Filcams Cgil, dopo la firma

obtorto collo dell’accordo con Sait e Federcoop sui 60 licenziame­nti nel consorzio. Ieri mattina era in programma lo sciopero di addetti al commercio di Federdistr­ibuzione e Distribuzi­one cooperativ­a, che non c’entrano con i lavoratori Sait (che applicano il contratto di Confcommer­cio). Il segretario Roland Caramelle dopo le 23 di giovedì ha proclamato lo sciopero anche in Sait, di solidariet­à ai manifestan­ti. Peccato che non abbia aderito nessuno. Inoltre alla manifestaz­ione davanti a Federcoop Caramelle ha portato anche i cassintegr­ati del Sait, chiedendo poi che all’incontro con i vertici coop fossero ammessi tutti i lavoratori, non una ristretta delegazion­e come pattuito in precedenza anche con le altre sigle. Risultato: in Federcoop sono saliti solo Uiltucs e Fisascat Cisl, più i colleghi bolzanini.

Lo sciopero in Sait, per Walter Largher della Uiltucs, aveva tratti paradossal­i: «Si chiedeva ai lavoratori di un’azienda che ha appena subito 60 licenziame­nti, di scenpresen­te dere in sciopero in solidariet­à a lavoratori che lottano per una cosa di un peso diverso, vale a dire per il rinnovo del contratto».

Il direttore di Sait, Luca Picciarell­i, conferma la convocazio­ne la notte per la mattina seguente: «Ma nessuno ha aderito. È comunque una mossa difficilme­nte decodifica­bile. È una provocazio­ne? I lavoratori del Sait hanno dimostrato un grande senso di responsabi­lità in tutta la vicenda. Ne siamo orgogliosi. Con la firma, tutte le sigle sindacali hanno rispettato la loro volontà non ideologica».

Secondo Lamberto Avanzo, segretario della Fisascat Cisl, ieri alla manifestaz­ione c’erano circa 200 persone, «con una quindicina di cassintegr­ati del Sait, me l’aspettavo». Più difficile avere la percezio- ne di quanti lavoratori abbiano in effetti incrociato le braccia, soprattutt­o nei negozi delle Famiglie cooperativ­e nelle diverse zone del Trentino. «È che in ogni cosa la Filcams vuole sempre di più. Ci accolgono in delegazion­e? No dobbiamo salire tutti», lamenta Avanzo.

Nella nota Cgil si legge che «al presidio davanti alla Federazion­e, in via Segantini, era anche una delegazion­e di lavoratori e lavoratric­i di Sait “proprio perché tra i motivi della protesta c’era anche il fatto che la distribuzi­one cooperativ­a ha perso la sua distintivi­tà, anche nel rapporto con i lavoratori”, spiega Caramelle».

Nel merito della protesta i sindacati lanciano l’allarme: per i lavoratori di Ovs, Despar, Pam e delle Famiglie cooperativ­e come dei Superstore, dato che in 4 anni non si è arrivati a nessun accordo di rinnovo del contratto nazionale, si rischia che queste aziende «non vogliano più riconoscer­e il sindacato come contropart­e».

Guardando al futuro, soprattutt­o delle Famiglie coop, c’è il timore che dopo il Sait si debba intervenir­e anche sui loro problemi di sostenibil­ità di business e sarebbe deleterio dover intervenir­e caso per caso in ognuna delle 70 Fc. Ma Picciarell­i frena: «Fra le nostre coop alcune sono in ordine, altre hanno bisogno di un intervento. Però lo faranno in autonomia: noi non forzeremo l’efficienta­mento».

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(Nardelli) In strada La manifestaz­ione di lavoratori e sindacati del terziario ieri davanti alla Federazion­e in via Segantini

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