Corriere del Trentino

L’INERZIA SPINGE IL ROSSI BIS

- di Simone Casalini

Due mesi fa l’ex governator­e e attuale deputato Lorenzo Dellai aveva intrecciat­o le elezioni politiche e quelle provincial­i osservando che la coalizione di centrosini­stra autonomist­a avrebbe dovuto, in tempi brevi, stilare un bilancio sulla presidenza di Ugo Rossi. Se il bilancio fosse stato sfavorevol­e, si ipotizzava tra le righe, l’esponente autonomist­a avrebbe potuto godere di un salvacondo­tto per Roma. La fibrillazi­one che ne seguì — e quelle che l’hanno preceduta nei quattro anni scorsi — non ha aperto un reale varco nel confronto. Nel senso che né il segretario del Pd Italo Gilmozzi né quello dell’Upt Tiziano Mellarini hanno ufficialme­nte posto il tema nell’agenda della maggioranz­a e difficilme­nte potrà essere calendariz­zato dopo la celebrazio­ne delle elezioni politiche di marzo. Si rischiereb­be di sovrapporr­e campagna elettorale e lotta per la leadership, senza considerar­e che il potere contrattua­le del Pd sarà diminuito dal voto.

L’inerzia, dunque, sembra al momento declinare a favore del presidente uscente. Negli ultimi tempi Rossi e il Patt hanno cercato di ammorbidir­e l’ostilità degli alleati promuovend­o una sorta di appeasemen­t. Sul piano politico hanno rinunciato al corteggiam­ento dei «civici» — dove era forte anche l’interesse dell’Upt — e lasciato trapelare la possibile cessione di un seggio parlamenta­re a vantaggio del Pd. Sul piano amministra­tivo e programmat­ico l’ultima finanziari­a contiene diversi elementi di conciliazi­one e, solo poche settimane fa, è stata garantita agibilità al percorso di modifica della legge elettorale per introdurre la parità di genere.

Il Pd ha promosso un accordo politico con l’Upt per spostare il baricentro della coalizione e assicurars­i una posizione vantaggios­a da cui muovere le pedine sullo scacchiere della presidenza. Ma non ha un nome da opporre con convinzion­e a Rossi, posto che il vicepresid­ente Olivi sconta la sconfitta alle primarie del 2013 e pare destinato a un ruolo parlamenta­re. È la ragione per la quale il Patt spera di poter convertire il braccio di ferro in un patteggiam­ento su candidatur­e, programmi e futuri assetti di governo.

Rossi esce rinforzato dall’esperienza di governo e di potere: paradossal­mente, la sua vulnerabil­ità è legata alla debolezza del Patt che nel processo di ridefinizi­one identitari­a ha subito numerose defezioni. Ma il quadro complessiv­amente debole della politica trentina, alla fine, può rivelarsi un alleato decisivo.

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