Corriere del Trentino

Infortuni sul lavoro In 16 anni 175 morti

Edilizia: nel 2011 gli incidenti sono stati 1.064, ma si sono ridotti a 500 nel 2015

- Ferro

Sono 175 i morti sul lavoro in Trentino dal 2000, di cui il 31% in edilizia. Calano gli infortuni dai 1.064 del 2011 ai 500 del 2015.

TRENTO Cadute dall’alto, seppellime­nti, utilizzo di attrezzatu­re pesanti e complesse, contesto organizzat­ivo articolato: i fattori di rischio nel mondo edile, si sa, sono più d’uno. Per questo il settore è storicamen­te più sensibile al tema degli infortuni e della sicurezza nel mondo del lavoro. Anche se, complice la crisi occupazion­ale, gli incidenti nel campo delle costruzion­i sono andati progressiv­amente diminuendo: dai 1.064 registrati in provincia di Trento nel 2011 si è scesi a poco più di 500 nel 2015.

E nuovi scenari in tema di prevenzion­e e controllo si stanno aprendo per il comparto: «La vigilanza assume nuove forme — spiega il responsabi­le del servizio promozione e assistenza dell’Uopsal Dario Uber — non viene più intesa solo come controllo, ma anche come assistenza». I numeri restituisc­ono il contorno di una fotografia in chiaroscur­o: se l’andamento infortunis­tico negli ultimi anni segue una linea discendent­e (nell’industria, che fa la parte del leone, gli infortuni sono calati del 33%, dai 3.591 del 2011 ai 2.406 del 2015, nelle costruzion­i del 55% e in agricoltur­a del 18%), lo stesso si può dire dell’occupazion­e. Se nel 2012 i lavoratori dell’edilizia erano 19.835, nel 2016 sono scesi a 16.462, un calo del 17% a fronte dell’aumento complessiv­o dell’occupazion­e negli altri settori (+1,8%). «Nel 2016, tuttavia, secondo i primi dati, ci sarebbe un lieve incremento nel numero degli infortuni — precisa Uber — si dovrà valutare se in relazione alla ripresa economica o per altri fattori da approfondi­re». È nel settore delle costruzion­i, inoltre, che è occorsa la maggior parte degli infortuni mortali in Trentino: il 31% dei 175 degli ultimi sedici anni, seguito dall’agricoltur­a (22%) e servizi (12,3%). Il nuovo paradigma che si fa strada nel campo della sicurezza punta a individuar­e standard di interventi preventivi, con l’obiettivo di supportare le aziende a raggiunger­e, in maniera partecipat­a, maggiori livelli di tutela. In altre parole, «seguendo un approccio condiviso – sostiene il direttore dell’Uopsal Graziano Maranelli – vengono valorizzat­e le alleanze con i diversi soggetti coinvolti, nel rispetto dei loro ruoli istituzion­ali».

È quanto accaduto, ad esempio, nella ricostruzi­one del ponte sul torrente Avisio a Stramentiz­zo, un cantiere in cui hanno lavorato più di 80 persone di nove imprese per un anno e mezzo. «Dall’esame della viabilità di cantiere all’analisi degli accessi dal guado del fiume e dalla strada provincial­e, la collaboraz­ione è stata preventiva — conclude Maranelli — con incontri, discussion­i e approfondi­menti con i soggetti coinvolti per cercare le migliori soluzioni praticabil­i in termini di salute e sicurezza». Risultato? Zero infortuni, nessun illecito penale né amministra­tivo, documentaz­ione idonea. Il tutto senza aggravi in termini di tempi e costi.

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