Il consigliere grillino «Battaglia ad personam? Falso, non ho interessi»
TRENTO Nel corso della nottata trascorsa in Aula è stato criticato da più parti. Da Giacomo Bezzi a Claudio Cia, da Lucia Maestri a Manuela Bottamedi, in molti si sono scagliati contro Filippo Degasperi. «Reo» — secondo i consiglieri — di bloccare il dibattito sul bilancio per una questione giudicata troppo «personale»: la stabilizzazione dei precari della formazione professionale pubblica. Di fatto, il suo ambito lavorativo (e quello della moglie). «È una questione di opportunità» hanno
detto in tanti. Lui, però, risponde secco: «Tutto falso». Consigliere, l’hanno attaccata in tanti.
«Sì. Secondo qualcuno c’è sotto qualcosa. Rispondo senza problemi: non c’è sotto proprio nulla. Nessuna questione personale. Io sono assunto da vent’anni, non sono un precario. E mia moglie non ha i requisiti per partecipare al concorso». Quanti docenti sono coinvolti in questa partita?
«Più o meno 40-50 persone. Qualcuno ha detto che si
tratta di poche persone, ma a me non sembra poi un numero così esiguo».
In Aula, inizialmente, le è stato risposto che la sua proposta era contro la legge.
«E non è così. Io ho semplicemente chiesto che la Provincia continui a a mantenere l’approccio portato avanti finora. La preoccupazione dei docenti, del resto, è palpabile: si vedono superati, nelle graduatorie, dagli ultimi arrivati. O da chi nemmeno era in quell’istituto, ma arriva dalle private. Tra l’altro, nel 2011 era stato indetto un corso-concorso per la stabilizzazione dei precari collegato proprio alla continuità di servizio negli istituti». Alla fine un accordo con Rossi è stato raggiunto.
«Il governatore si è impegnato a prevedere dei punteggi aggiuntivi per la continuità e a inserire un punteggio differenziato per chi ha lavorato nel settore pubblico e per chi ha lavorato nel privato».