Bernardi e il nuovo film Sono «Sogni in grande»
La regista: «Andrà in onda sul canale 31 di Real Time»
I Sogni in Grande di Katia Bernardi stanno per prendere forma compiuta. La regista trentina, reduce dal grande successo di Funne – Le ragazze che sognavano il mare, comincerà l’8 gennaio le riprese del nuovo film documentario che focalizza l’attenzione sui sogni di tre bambine di dieci anni. Dai sogni della terza età a quelli delle nuove generazioni al femminile Sogni in
grande rovescia il principio del «non è mai troppo tardi» dell’opera precedente al «non è mai troppo presto» per sognare in grande. Un lungo percorso professionale che nel 2018 festeggerà i vent’anni ha portato Katia Bernardi a individuare nella favola il modus narrandi d’elezione dopo tanti anni spesi nel campo del documentario storico e sociale. Il film è tutto trentino, prodotto da GiUMa Produzioni e sostenuto dalla Trentino Film Commission, ma è stato acquistato dal grosso network Discovery Italia per andare in onda sul Canale 31 di Real Time l’8 marzo, in occasione della festa della donna. Ne abbiamo parlato con la stessa regista, raggiunta telefonicamente
nella casa di Levico dove è tornata a vivere con la figlia Caterina dopo qualche anno a Torino.
A che punto è la lavorazione di «Sogni In Grande» e che esperienza c’è dietro questa nuova produzione?
«Dopo tre anni di Funne volevo fare qualcosa di meno impegnativo e Sogni in grande ha sempre le forme del film documentario ma secondo modalità più televisive. Attualmente siamo in fase di pre-produzione che si chiuderà entro Natale mentre dall’8 gennaio cominceranno le riprese tra Trento, Bolzano, Torino e Napoli. Le protagoniste del film sono tre bambine di dieci anni provenienti da Trento, Torino e Napoli e selezionate dopo quasi 150 casting. Al centro del film ci sono i loro sogni, che sono nuovi rispetto a quelli della mia generazione: le bambine una volta non sognavano di fare le astronaute o le giocatrici di hockey piuttosto che le direttrici di orchestra. Devo dire che, anche se le protagoniste sono un po’ più grandi, una grossa mano me l’ha data mia figlia Caterina che ha sei anni e mezzo e si è sentita molto coinvolta da questa storia. Il mese di gennaio sarà quindi dedicato alle riprese, febbraio al montaggio e a marzo andrà in onda su Real Time. Mi piace sottolineare che tutta la produzione è trentina: per la prima volta lavoro con una direttrice della fotografia donna, che è Cecilia Bozza Wolf e con cui mi trovo in grande sintonia, lei è molto giovane ma oltre a essere brava ha una grande capacità di fare squadra che è fondamentale. Dopo anni trascorsi in una grande metropoli, lavorare dalla mia casa di Levico mi dà una grande libertà».
La parabola delle «Funne» non accenna a declinare come dimostra il recente riconoscimento per il miglior documentario al Festival di Asti.
«Per le Funne in realtà il lavoro di promozione del film è finito a ottobre ma tra Festival e presentazioni è richiesto fino a giugno 2018. Nel nuovo anno uscirà il dvd e dopo diversi Festival internazionali ci sarà anche una proiezione a San Diego a giugno. Mi ha fatto piacere la motivazione del Festival di Asti perché sottolinea che in un momento storico in cui inseguire i propri sogni sembra impossibile, c’è bisogno di storie che invitano a credere ai sogni. Il mio sogno personale è legato anche al libro, pubblicato in Italia da Mondadori e arrivato alla terza ristampa e uscito a novembre in Spagna e da pochi giorni in Germania. Credo davvero che scrivere il libro sia stata la mia favola, ho realizzato il sogno che non sapevo di avere».
Dopo le «Funne» volevo cambiare prospettiva: protagonisti della storia sono i progetti di tre bambine di dieci anni. La produzione è tutta trentina e ne sono felice